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Elezioni europee

Il presidente dell’Emilia Romagna Bonaccini: «Mi candido all’Europarlamento per il Pd. Non è un addio, ma un nuovo inizio»

Il presidente dell’Emilia Romagna Bonaccini: «Mi candido all’Europarlamento per il Pd. Non è un addio, ma un nuovo inizio»

L’annuncio di Elly Schlein. «Dobbiamo schierare tutte le energie migliori di cui disponiamo. Per questa ragione ho chiesto a Stefano Bonaccini di guidare la lista del Nordest» Il presidente spiega la sua decisione con un videomessaggio

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BOLOGNA  Elezioni europee, scendono in campo i big. Dopo Tajani si candida anche il governatore dell’Emilia Romagna Stefano Bonaccini. Lo ha annunciato la segretaria del Pd Elly Schlein. «Le elezioni dell’8 e 9 giugno sono una sfida decisiva per il futuro dell’Europa. E dobbiamo schierare tutte le energie migliori di cui disponiamo. Per questa ragione ho chiesto a Stefano Bonaccini di guidare la lista del Nordest: la sua esperienza decennale da presidente dell’Emilia-Romagna e il suo ruolo di presidente del Pd ne fanno una proposta molto forte per la battaglia che dobbiamo condurre e l’Europa che vogliamo costruire. Lo ringrazio per aver accettato», afferma in una nota la leader dem.

E nel giro di pochi minuti sui cnaali social del presidente della Regione Stefano Bonaccini è stato pubblicato un videomessaggio di una decina di minuti in cui il presidente si rivolge agli emiliano-romagnoli per spiegare le ragioni della sua candidatura.

"Questo messaggio è per tutti voi emiliano-romagnoli, con enorme gratitudine. Oggi non finisce nulla, oggi è un nuovo inizio. Abbiamo ancora tantissima strada da percorrere insieme". Lo scrive su Facebook il governatore dell'Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini, pubblicando un lungo video in cui spiega che "la segretaria del Partito Democratico, il mio partito, Elly Schlein, mi ha chiesto di candidarmi alle prossime elezioni europee in rappresentanza di questa terra e di questa comunità. E io ho deciso di accettare. È una scelta nata da una riflessione lunga. Sono stati, per me, 10 anni importantissimi, alla guida di questa Regione". Quando fui eletto la prima volta, nel 2014, ero consapevole della responsabilità che mi caricavo sulle spalle. L'Emilia-Romagna viveva in quel momento uno dei punti più bassi della propria storia. Ricorderete: la fiducia nella politica era ai minimi termini, con un'affluenza alle regionali inferiore al 37%. Erano gli anni della crisi finanziaria e della recessione. Per di più eravamo stati colpiti dal drammatico terremoto del 2012.Oggi, grazie allo straordinario lavoro che abbiamo fatto tutti insieme, l’Emilia-Romagna è la locomotiva d’Italia.

È la Regione che da nove anni cresce più di tutte, con la disoccupazione ai minimi, e che rappresenta un’eccellenza a livello internazionale per innovazione, attrattività e qualità della vita. Con le reti sociali e il welfare fra i più forti, dai nidi che si aprono finalmente a tutte le bambine e ai bambini, alle nostre università che attraggono talenti più che in qualsiasi altro territorio. Ed è la Regione che più combatte per salvaguardare la propria sanità pubblica - per garantire a tutti il diritto alla salute - contro i tagli nazionali di chi vorrebbe privatizzare questo servizio", continua Bonaccini, secondo il quale "dobbiamo essere orgogliosi di questi risultati, raggiunti insieme a tutte le parti sociali, ai territori, alle professioni, alle associazioni e al Terzo settore, tutti riuniti nel Patto per il Lavoro e per il Clima. Per parte mia, ho svolto questo incarico da presidente con disciplina e onore, come prescrive la Costituzione. Se bene o male non spetta a me giudicare. Ma ho dato tutto ciò che potevo e di questo sono orgoglioso". Bonaccini assicura: "Non è dunque un messaggio di addio. Oggi non finisce nulla. Inizia un nuovo capitolo. Ho accettato la sfida delle elezioni europee perché sono convinto che il futuro sia l’Europa.

Lo è per l’Italia, che senza un’Europa forte e unita conterebbe sempre meno, al pari degli altri piccoli Paesi del nostro continente. Mentre per l’Emilia-Romagna l’Europa è già il presente, essendo la nostra una regione aperta al mondo. Basti guardare ai risultati straordinari del nostro export: pensate che nel 2023 ciascuno di voi ha esportato, a testa, per un valore superiore ai 19 mila euro: 2 mila in più di ogni veneto e 3 mila in più di ogni lombardo". Ma "questo ragionamento vale per l’intera Italia, dicevo. È a Bruxelles che si prendono e sempre più si dovranno prendere le decisioni importanti; è in Europa che si gioca la nostra capacità di rappresentare i nostri valori, i nostri interessi, le cose che servono ai nostri cittadini. Siamo chiamati ad un lavoro difficile e importantissimo: realizzare politiche che tengano insieme ambiente e lavoro, una transizione ecologica e digitale che salvaguardi le classi più deboli e le nostre filiere economiche.

È lì che si costruiscono le condizioni per la pace o ci arrende alla guerra: senza un’Europa più forte e più unita resteremo spettatori impotenti delle decisioni prese da altri", continua il presidente del Pd, per il quale "l’Emilia-Romagna, una regione sempre più proiettata nel mondo per le merci che esporta, i turisti che accoglie, le infrastrutture di ricerca e innovazione che sta realizzando, debba giocare un ruolo da protagonista in Europa. È questa la prima ragione che mi ha convinto ad accettare questa nuova sfida al servizio dell’Emilia-Romagna e del Paese.La seconda ragione è che non possiamo lasciare l’Europa in mano a chi nega i cambiamenti climatici, o a chi protesta senza aver agito con competenza e capacità nel momento in cui le decisioni venivano prese. Non possiamo consegnare l’Europa a chi pensa di poter isolare l’Italia dal resto del mondo, a chi vuole costruire muri e assiste impotente alle guerre, come se non riguardassero anche noi"