Gazzetta di Reggio

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Rinviato a giudizio l’ex docente di teatro accusato di abusi sessuali

Ambra Prati
Rinviato a giudizio l’ex docente di teatro accusato di abusi sessuali

Lo accusano 11 ex allievi. L’imputato: «Un complotto contro di me». Ma il pm lo smentisce

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Reggio Emilia Rinviato a giudizio per tutti i capi d’imputazione di violenza sessuale pluriaggravata (dall’età delle vittime e dalla loro inferiorità psicologica, dall’abuso di autorità e dalla relazione di servizio per il ruolo di docente dell’imputato). Si è conclusa così ieri in tribunale l’udienza fiume, durata quattro ore, a carico di Daniele Franci, 46 anni, il guru del teatro accusato da undici ex allievi.

Uno scandalo che due anni fa ha travolto l’allora direttore del Centro Etoile di Pieve, oggi libero. La lunga e combattuta fase preliminare si è conclusa: il processo in rito ordinario inizierà il 12 giugno.

Ricordiamo che l’indagine è partita nell’aprile 2021 dalla prima denuncia di un giovane reggiano che per un anno ha alloggiato nella villa di via Fratelli Cervi come stagista. Una denuncia ritenuta circostanziata, che riferiva di inviti nello studio o nella camera da letto (usata come foresteria) del centro da parte di Franci, che in un episodio si sarebbe spinto con lo stagista fino a giochi erotici estremi come la simulazione di uno strangolamento.

L’indagine dei carabinieri si è allargata a macchia d’olio in tutta Italia, seguendo le tappe delle tournée teatrali. Undici i ragazzi abusati, ma solo nove (all’epoca tre minorenni e sei maggiorenni) si sono costituiti parte civile. Ieri hanno voluto essere presenti il primo a denunciare e un altro ex allievo.

La seduta si è aperta alle 10 con la requisitoria del pm Valentina Salvi, che ha ripercorso l’intera vicenda in ordine cronologico e gli abusi sessuali nella loro crudezza, sostenendo che vi siano elementi univoci per il rinvio a giudizio.

Soprattutto il pm ha replicato a quello che è stata la tesi dell’indagato, che fin dall’inizio ha gridato al complotto contro di lui: a suo avviso gli ex allievi, tramite una chat, si sarebbero “consultati” tra di loro e coalizzati prima di rivolgersi all’Arma. Una macchinazione ai suoi danni, secondo l’ex docente: quale sarebbe stata la finalità, però, non lo ha spiegato, lasciando vuoto il tassello del movente. Il pm ha spazzato via i dubbi sulla genuinità delle testimonianze: i ragazzi sono stati intercettati sia su un’auto sia tramite telecamere nascoste durante le convocazioni in procura e nulla è emerso circa un loro accordo. Anzi alcuni ex allievi, abitando in regioni differenti, nemmeno si conoscevano: eppure lo schema dell’approccio di Franci – che prima diventava amico degli adolescenti e conquistava la loro fiducia, poi passava alle confidenze sull’orientamento sessuale – ritorna nei minimi dettagli.

L’avvocato difensore, Giulio Garuti, ha chiesto il proscioglimento con formula piena. Il legale ha puntato su una questione tecnica, nel tentativo di far perdere pezzi al quadro accusatorio: alcune querele dei maggiorenni sono state presentate a distanza di oltre un anno dai fatti, fuori dai termini, perciò secondo la difesa non si poteva procedere.

Le querele tardive sono legittime poiché collegate a quelle dei minori procedibili d’ufficio, hanno replicato gli avvocati di parte civile Maria Vittoria Marceddu (tutela lo stagista), Marco Scarpati, Margherita La Francesca di Novara e Nicola Massimo Tarquinio di Taranto. Quest’ultimo ha insistito sulla progressione criminosa e sull’escalation dell’imputato: dall’invito a salire in stanza, con baci a effetto sorpresa, fino a richieste sempre più spinte.

Dopo le repliche, il gip Luca Ramponi ha deciso il rinvio a giudizio come da ordinanza originaria per «connessione oggettiva»: i singoli episodi costituiscono un tutt’uno.