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L’intervista

La provocazione del Meme Reggiano: «Mi candido a sindaco della città»

Alice Benatti
La provocazione del Meme Reggiano: «Mi candido a sindaco della città»

Intervista al creatore digitale Salvatore Cusimano: «Il mio modo per dire ai giovani di andare a votare. Ma in campagna elettorale non si sente parlare di qualcosa per noi»

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Reggio Emilia Il pesce d’aprile lo aveva già fatto il giorno prima con un finto messaggio di Luca Vecchi che annunciava di diffidarlo perché stanco di essere protagonista dei suoi meme. Martedì Salvatore Cusimano, 23enne di Montecchio Emilia  conosciuto dai suoi oltre 27mila followers (solo su Instagram) come il Meme Reggiano, ha portato le sue provocazioni quotidiane a un livello successivo postando tre foto in cui posa davanti ad altrettanti cartelloni elettorali, regolarmente affissi e pagati di tasca propria... che lo vedono candidato sindaco. Con tanto di simbolo barrato e claim: “Meno ponghe (pantegane, in dialetto, ndr), più rotonde”.

Ti sei superato. E leggendo i commenti c’è chi si chiede ancora se è vero...

«Non lo è. Si è trattata di una provocazione per ricordare alle nuove generazioni che fra poco si andrà a votare».

Quindi il senso era dire «ehi ragazzi, guardate che a giugno si vota». Pensi che molti non ci andranno?

«Vedo un menefreghismo abbastanza alto, che è molto sbagliato perché è in gioco il nostro futuro. Ai ragazzi raccomando, prima della “vasca” a giugno, di andare a votare. Questo è il messaggio che vorrei che passasse».

Che messaggi ti sono arrivati dopo aver pubblicato queste foto?

«Molti dicono che vogliono trasferirsi a Reggio Emilia per votarmi. Alcuni invece sostengono che, in questo modo, ho preso in giro le liste più piccole, quelle non principali».

Lo hai fatto il tuo endorsement per uno dei candidati?

«Il sindaco Luca Vecchi mi ha chiesto se ero interessato a candidarmi a consigliere comunale, ma ho rifiutato».

Perché?

«Ho altre priorità. Voglio pensare a far crescere la pagina e costruire un percorso professionale in questo ambito».

Quindi non ti schieri?

«No e non voglio che la pagina diventi troppo politica. Mi dicono che sono del Pd ma io preferisco non schierarmi e quindi non condividere quelle che sono le mie preferenze».

Capisco. Per creare i contenuti per la tua pagina devi restare aggiornato sulle ultime notizie e questo presume che tu ci legga ogni giorno, giusto?

«Sì, assolutamente».

Quindi, da come abbiamo raccontato finora questa campagna elettorale, pensi che ci sia abbastanza Generazione Z nei pensieri e nei programmi dei candidati?

«Attualmente zero, proprio zero fisso. Non si sente parlare di qualcosa per i giovani ma di tematiche per persone più agée (vecchie, ndr). La mossa sbagliata poi è quella di non puntare sui social per fare campagna elettorale... questo è un forte segnale. Devono far vedere che parlano con noi, farci vedere che sono presenti anche qui, perché siamo il futuro di questa città».

Pensi che sia per questa mancanza che oggi qualcuno si è detto felice della tua “candidatura”?

«Credo di sì: sanno che io punto tutto sui giovani».

Facendo un passo indietro, com’è nato il pesce d’aprile con il sindaco?

«Mi è venuto in mente lunedì. Il sindaco mi ha raccontato che quando è andato al Caffè Europa gli hanno chiesto se davvero aveva denunciato il Meme Reggiano. Lui non sapeva nulla ma sa come mi muovo in queste situazioni quindi è stato al gioco».