Zanni: «A settembre le prime lezioni nel polo scolastico di via Fratelli Rosselli»
Il punto sul cantiere della struttura che ospiterà le scuole Secchi, Zanelli e Motti
Giorgio Zanni, presidente della Provincia di Reggio Emilia, tutti si chiedono quali sono state le principali ragioni del ritardo del cantiere…
«Prima di tutto la pandemia, che ha causato cambiamenti nelle scuole, nel mondo del lavoro e nei cantieri. Lo stop ha interessato anche la produzione delle materie prime. Inoltre, a causa dell’aumento dei costi di queste ultime, le aziende hanno chiesto alla Provincia un aumento dei finanziamenti, che però non è stato così semplice soddisfare dato che è vincolato alle normative del codice degli appalti. Le richieste sono state spesso così cospicue che non sempre l’ente pubblico ha potuto assecondarle, quindi si sono dovuti attendere i doverosi meccanismi governativi che hanno messo in campo risorse straordinarie aggiuntive sia in termini di soldi che di procedure legislative che ci permettessero di concedere quel quid in più che prima ci era vietato. Pandemia, dunque, aumento del costo delle materie prime e iperinflazione sono state le principali cause della dilazione dei tempi di consegna dei lavori dal 2020».
La ripresa sta andando più velocemente di quanto era progettato oppure sta rispettando le aspettative?
«Da quando si è potuto tornare a lavorare, il cantiere procede a ritmi importanti e serrati. Avete visto che ci sono tre lotti di lavoro che arriveranno a conclusione in tempi differenti però possiamo stimare che, entro la fine della prossima annualità scolastica, una parte potrà già entrare in funzione e nel 2025/2026 puntiamo ad inaugurare tutta la struttura».
La Provincia si è organizzata per prevenire ulteriori ritardi o ostacoli?
«Rispetto a ciò che possiamo controllare direttamente noi e le ditte, le cose stanno andando come devono. È ovvio che le questioni contingenti, come possono essere state la pandemia o l'iperinflazione globale, non dipendono da noi. Nel caso dovesse succedere qualcosa di simile, è chiaro che si farà quello che abbiamo fatto anche in passato: metteremo in campo ulteriori risorse straordinarie».
Quanto ai materiali, avete scelto materiali ecologici che rispettino l'ambiente?
«Da diversi anni ci rifacciamo alle normative nazionali che prevedono, per i nuovi edifici pubblici, una progettazione con tecnologie NZEB, che di fatto guardano all’impatto ambientale che le strutture in oggetto avranno dal momento del loro utilizzo. Si cerca quindi di utilizzare tutti i materiali e metodi costruttivi per fare in modo che, ad esempio, a regime producano il minor dispendio e consumo possibile di energia».
Abbiamo visto infatti che nel progetto ci sono i pannelli solari…
«Sì, la pannellatura solare poi il ricircolo dell’aria interna, i serramenti ed i cappotti».
Lei ha seguito il progetto di realizzazione in qualità di presidente della Provincia oppure si è affidato agli esperti?
«Ognuno deve fare bene la sua parte di competenza. Io non sono un progettista, sono laureato in economia e faccio il presidente della Provincia. Mi piace però mettermi al fianco dei progettisti, dei tecnici, degli ingegneri, dei geometri che hanno progettato e che progettano questi edifici. Nella fase preliminare, in particolare, si cercano di mettere insieme le esigenze scolastiche, rappresentate dai dirigenti scolastici, con quelle politiche e tecniche. Da quando sono in Provincia ho partecipato spesso agli aggiornamenti di questo progetto ed anche alla parte amministrativa nei momenti più critici, quando sono subentrati i problemi che ho elencato prima, adoperandomi sempre per affrontarli e risolverli».
Quindi per la Provincia ci sono le prospettive di crescita e sviluppo in questa nuova scuola?
«Assolutamente sì, questo è uno dei cantieri più importanti degli ultimi vent'anni della Provincia di Reggio Emilia, non solo per la sua rilevanza economica – perché parliamo di circa 15 milioni di euro destinati a questa struttura – ma anche per la complessità nel coordinare diversi lotti e fasi di lavori con ditte diverse. La sfida di gestire tale complessità è stata affrontata con determinazione al fine di garantire il successo del progetto nel suo complesso ed il beneficio a tutto il mondo della scuola».
Sono stati modificati i piani degli autobus per accogliere più studenti?
«Quando il plesso sarà in uso anche la mobilità degli studenti subirà le opportune modifiche. Con l’Agenzia della mobilità modificheremo quelli che sono i percorsi degli autobus, gli orari e le coincidenze, ad esempio con i treni – perché c'è anche l'integrazione con la linea ferroviaria che è importante sia ben coordinata – per fare in modo che il polo di via Rosselli sia performante anche dal punto di vista dei collegamenti».
Giorgia Francia
Giulia Borelli
Giacomo Bettetini
Simone Montanari
Gabriele Sulpizio
Studenti dell’istituto Secchi