«All’Inail si fa la fila al freddo e la guardia è pure sgarbata»
La segnalazione di un cittadino tramite il nostro numero WhatsApp
Reggio Emilia È la prima segnalazione arrivata col nuovo servizio WhatsApp della Gazzetta di Reggio, e merita subito attenzione. La firma è del professor Michele Lagano, un lettore che ha vissuto una situazione particolare agli uffici Inail di via Monte Marmolada e si è appellato al nostro quotidiano affinché si possa fare luce su un episodio poco piacevole per sé e la propria famiglia.
«Segnalo una prassi discutibile dell’Inail di Reggio Emilia – recita il messaggio inviato al nostro numero –. In pratica, coloro che si recano per sottoporsi a visita medica senza appuntamento, sono costretti ad attendere il loro turno fuori, ovvero nel parcheggio auto. Accade ogni giorno, nonostante le temperature rigide e lo stato precario di salute dei lavoratori in attesa di visita medica. La guardia della reception applica questa direttiva con un cinismo e una cattiva educazione indegna di un paese civile. Con mia moglie, in attesa di visita medica, una signora con una bambina in tenera età, e una ragazza con un trauma facciale evidente, siamo stati costretti ad attendere fuori per ben 40 minuti. Il termometro segnava due gradi».
Una situazione degna di essere denunciata, per Lagano ma anche per più di un utente che ha espresso questa problematica nelle recensioni Google. Persone che lamentano, proprio come il professore, di costanti ritardi a prescindere dalla prenotazione, della maleducazione della guardia giurata e della poca organizzazione interna alla struttura che si occupa di infortuni sul lavoro e malattie professionali.
«Lascio immaginare le conseguenze – prosegue Lagano –. Chi si reca all’Inail non va in villeggiatura: aggiungere sofferenza al dolore è indice di una profonda inciviltà. Aggiungo che le sale di attesa erano semivuote, a nulla è valsa la supplica di farci attendere dentro l’edificio. Vorrei sapere quale sia la ratio di questo criterio scellerato. Dicono sia necessario separare i pazienti con prenotazione dai pazienti sprovvisti di prenotazione, per evitare confusione e la sovrapposizione delle due file. Tuttavia, le modalità di prenotazione interna (il biglietto automatico) smentiscono questa tesi risibile».
Una situazione che il direttore dell’Inail, Giulio Oliverio, non ha smentito rispondendo anche alla Pec dell’utente arrabbiato e scusandosi per l’accaduto: «Ci avevano già segnalato criticità all’ingresso – avverte –. Noi chiediamo solitamente di arrivare 15 minuti prima dell’appuntamento preso. La sala d’attesa ha 18 posti e siamo ancora costretti a rispettare le norme di distanziamento sociale per via dei possibili casi Covid, motivo per cui spesso non c’è posto per tutti. Ciò detto, sappiamo che la nostra utenza ha spesso bisogno di cure e attenzioni particolari e non può essere lasciata abbandonata. Lavoriamo affinché situazioni simili non si verifichino più. Ho provveduto ad avvisare l’azienda a cui ci appoggiamo per il servizio di vigilanza. A volte ci vorrebbero tatto e sensibilità – ha poi scritto il direttore dell’Inail reggiano al cittadino – per evitare motivi di tensione. Confido che in futuro avremo a disposizione addetti al servizio di portierato maggiormente collaborativi e disponibili».
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