A Capodanno uno spettacolo in piazza con acrobazie ispirate all’Orlando Furioso
In scena, infatti, verrà portato l’Orlando Furioso, celebre opera in ottave dell’autore cinquecentesco Ludovico Ariosto
Dopo diversi anni di fermo, a Reggio Emilia torna il Capodanno in piazza. Quello ormai alle porte sarà un 31 dicembre all’insegna di un evento certamente unico e inedito, una manifestazione alternativa ai classici spettacoli pirotecnici: una festa di piazza aperta a famiglie e persone di ogni età che vorranno festeggiare il nuovo anno immersi in uno spazio nel quale la modernità si fonderà con la storia.
In scena, infatti, verrà portato l’Orlando Furioso, celebre opera in ottave dell’autore cinquecentesco Ludovico Ariosto, che racconta le vicende del paladino francese Orlando innamorato della bella Angelica.
Ma qual è il legame tra la nostra città e il poeta? Ludovico Ariosto è forse il più famoso dei nostri compatrioti, nato a Reggio Emilia l’8 settembre del 1474. Lo spettacolo, dunque, sarà un omaggio al sommo poeta per il quale, nel nuovo anno, ricorrerà il 650 anniversario dalla nascita.
Quello che si presenterà agli occhi dei reggiani sarà uno scenario immersivo, uno show a cielo aperto – grazie ad acrobati, attori, danzatori, pirotecnia, effetti luminosi, video mapping – accolto in piazza Prampolini, nel cuore del centro storico di Reggio Emilia, con ingresso libero e gratuito fino all’esaurimento dei posti (per ragioni di sicurezza e logistica, la piazza potrà ospitare circa 3.000 persone).
A partire dalle ore 23.15 non ci sarà un vero e proprio palco ma una rappresentazione in aria con effetti speciali proiettati sulle facciate degli edifici, acrobati e danzatori che si esibiranno in aria tra funi e cavi d’acciaio. Il pubblico sarà circondato dalla magia, immerso in una speciale atmosfera che si svilupperà intorno ai cittadini e sopra le loro teste.
Un palcoscenico tra cielo e terra, dunque, incentrato, in particolare sull’episodio di “Astolfo sulla Luna", cioè sul momento in cui il paladino cristiano Orlando, divenuto folle a causa del tradimento di Angelica, abbandona la guerra contro i Mori.
Affinché Orlando possa dare il suo decisivo contributo, diviene necessario il suo ritorno alla normalità e il recupero del senno. Di questo viene incaricato un altro paladino, Astolfo, il quale si reca sulla Luna, luogo in cui si raccolgono tutte le cose che si perdono in Terra, in cui recupera il senno di Orlando, chiuso in una boccettina.
Il viaggio prodigioso di Astolfo diventa, per Ariosto, l’occasione per biasimare la follia dell’uomo che spreca il tempo inseguendo vane illusioni.
Applicato alla società attuale, il simbolico viaggio sulla Luna di Astolfo risulta molto significativo. È un invito a riflettere sul significato della nostra vita e del nostro quotidiano, sul tempo sprecato alla ricerca di futili conquiste umane.
Come Astolfo cerca di recuperare l’equilibrio e le menti perdute degli uomini, i giovani d’oggi, in un mondo iper tecnologico e globalizzato, vanno alla ricerca di una identità, di un posto nella società, in un difficile equilibrio tra la vita virtuale e quella reale.
Nonostante il trascorrere dei secoli, il monito di Ludovico Ariosto risulta ancora attuale e suggerisce che la ricerca di senso e di significato sono la vera conquista a cui tutti dovrebbero ambire e su cui tutti dovrebbero riflettere.
E, magari, si potrà iniziare a farlo proprio la notte del 31 dicembre, rivolgendo il naso all’insù, verso la luna.
*Studente del liceo Moro