L’intelligenza artificiale è già il nostro presente
Opportunità ma anche rischi da controllare, sta a noi tracciare i confini della sua azione
Da un anno a questa parte crediamo tutti di aver acquisito familiarità con la famosa intelligenza artificiale (AI), ma cos’è realmente? La conosciamo davvero? Certo, i ragazzi la utilizzano per svolgere i compiti di italiano, ma che potenzialità offre? Da quando la società Open AI ha lanciato sul mercato l’algoritmo di intelligenza artificiale ChatGPT, la vita di tutti noi, volenti o nolenti, è radicalmente cambiata.
Bill Gates ha definito ChatGPT (e più in generale l’intelligenza artificiale), la più grande scoperta della storia dopo il computer e internet. Solo per dare l’idea di cosa stiamo parlando: Twitter, 1 milione di utenti in 2 anni; Facebook, 1 milione di utenti in 10 mesi; ChatGPT, 1 milione di utenti in 5 giorni. Perché può fare di tutto: programmare, tradurre, scrivere testi, fare grafiche, calcoli, ricerche e persino ammettere i propri errori. Tuttavia, ChatGPT è solo un esempio di intelligenza artificiale: sempre più colossi stanno investendo in questo campo (creando sistemi in grado di manifestare persino una propria personalità). Tutto ciò rende forse l’intelligenza artificiale una minaccia? Non necessariamente. Infatti, alcune compagnie ad oggi la utilizzano per migliorare le nostre vite. È il caso dell’intelligenza artificiale sviluppata da Google, che è stata in grado di prevedere la struttura tridimensionale delle proteine, che ora contiene oltre 200 milioni di strutture: un problema che teneva bloccata la scienza da mezzo secolo. Tale previsione fino a questo momento era infattibile, mentre ora esiste un database con miliardi di strutture di proteine, che sono state tutte confermate vere dai biologi.
Ma l’intelligenza artificiale ha anche molteplici conseguenze dannose.
Anzitutto, siccome sono poche le società che dispongono di tali algoritmi, queste potrebbero diventare le padrone incontrastate dei mercati. In secondo luogo, queste poche nel mondo, sviluppando intelligenze artificiali sempre più raffinate, sapranno tutto di noi avendo pieno potere sulle nostre vite, influenzando ogni nostra scelta, con la conseguente omologazione di tutta la società ad un modello standardizzato e “comodo” per i loro profitti.
Ed infine, cosa assai più drammatica, si prospetta un mondo in cui ci verrà tolta ogni certezza, perché tale tecnologia potrà diventare, secondo le previsioni, anche più intelligente di noi e dunque ingannarci, diffondendo false notizie, destabilizzando tutta la società.
L’unica soluzione a quest’ultimo punto è senza dubbio familiarizzare con i mega computer per essere in grado di individuare ogni minimo errore che, per fortuna, li rende ancora riconoscibili ai nostri occhi, ma che andranno via via sparendo.
Un domani l’intelligenza artificiale potrà davvero scalzare l’uomo da ogni sua mansione e renderlo schiavo? Beh questo dipende tutto da noi.
L’interrogativo che ognuno dovrebbe porsi dunque è se siamo disposti a rinunciare ad ogni nostra certezza per fare spazio alle innovazioni.
Se vogliamo vivere in un mondo scientificamente più avanzato ma in cui non possiamo più sapere con chi ci stiamo relazionando (e se accettiamo la costante esposizione a minacce di ogni tipo ad opera di pochi imprenditori e scienziati che possiedono ogni informazione su di noi), o se preferiamo piuttosto mettere un freno a questo smisurato e ostentato “progresso” solo apparente, per tornare padroni delle nostre vite.
*Studente del liceo Moro