Le Frecce Tricolori parlano reggiano con il capitano Emanuele Bernuzzi
Cresciuto a San Maurizio, è il nuovo pilota della pattuglia per il 2024
Reggio Emilia <Abbiamo conosciuto finalmente il nuovo pilota 2024. È il capitano Emanuele Bernuzzi di Reggio Emilia, proveniente dal quarto Stormo. Lo abbiamo festeggiato e incoraggiato per la prossima stagione acrobatica. Benvenuto». Così dal gruppo Facebook “47°Club Frecce Tricolori Maserada sul Piave - Treviso” si congratulano con il pilota reggiano Emanuele Bernuzzi, new entry nella pattuglia acrobatica dell’Aeronautica militare che porta il tricolore nei cieli di tutto il mondo. Bernuzzi è nato 30 anni fa a Montecchio ma ha vissuto quasi sempre a San Maurizio con due fratelli gemelli più giovani di lui di quattro anni; qui ha frequentato le elementari e medie. Ama lo sport e ha praticato corsa (100 e 1.000 metri), lancio del giavellotto, nuoto e altre discipline. Inoltre ha voluto imparare subito e bene l’inglese. A 14 anni ha chiesto a papà Cesare e a mamma Loretta di trasferirsi a Forlì per frequentare l’istituto aeronautico Francesco Baracca. Cinque anni più tardi ecco arrivare il brevetto di pilota con voti splendidi, risultati che gli sono valsi l’ammissione ad un concorso (40 posti con 5.000 concorrenti) che ha brillantemente superato con test multiforme decisamente impegnativi. In tal modo ha guadagnato l’ingresso all’Accademia Aeronautica di Pozzuoli, ha cominciato un percorso che aveva, fra gli argomenti, anche molto della nostra provincia. La tesi era infatti sui Reggiane 2005, un lotto limitatissimo di caccia prodotti a fine guerra considerati velivoli di massima eccellenza che sono nati proprio qui a Reggio. Di qui un periodo di formazione in Texas. Ora la nuova avventura. «Avevo 11 anni – ha raccontato nel 2017 sulla Gazzetta – quando salii con un mio coetaneo e suo padre su un aliante che decollava dalla piazzola di Castellazzo, vicino a Masone. Da allora ho fatto centinaia di voli, anche in elicottero, ed ogni volta a me sembra tutto diverso, magnifico. Lassù è proprio un altro mondo».