Gazzetta di Reggio

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Luca campione autistico

Sofia Anceschi*
Luca campione autistico

Il 18enne, che sui social normalizza la sua condizione, è stato convocato dalla Nazionale paralimpica per partecipare ai campionati europei di Lisbona

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«Sono uno studente, un atleta e sono autistico». Così esordisce Luca Venturelli, 18enne affetto da autismo, in uno dei suoi “post” su Instagram (@luca___venturelli). Ha solo 2 anni quando gli viene diagnosticata una forma di autismo: da piccolo fatica a esprimersi e farsi capire, non riesce a comprendere bene il significato delle parole, così inizia ad agitarsi e a isolarsi sempre di più, fino a quando, in modo del tutto casuale, scopre il mondo dell’atletica e della corsa. Come racconta lui stesso, «sono riuscito a trasformare l’unico modo in cui potevo comunicare con gli altri in una passione, che è diventata uno sport agonistico». Perché oggi Luca è una stella dell’atletica paralimpica italiana, avendo già ottenuto diversi successi nelle specialità degli 800 e 1500 metri. La scorsa settimana, poi, ha ricevuto la convocazione della Nazionale paralimpica per partecipare ai campionati europei di Lisbona, al via da inizio dicembre. Tutto ciò è stato possibile anche grazie all’assiduo e instancabile sostegno dei genitori, che di fronte alla diagnosi di autismo non si sono abbattuti, ma si sono fatti forza e hanno combattuto per cercare di fargli vivere una vita “normale” e spensierata. Sono stati proprio loro, infatti, ad iscriverlo alla società di atletica del paese in cui è nato, Bellaria Igea Marina, in provincia di Rimini, convinti del fatto che un ambiente sportivo avrebbe potuto aiutarlo nel relazionarsi con gli altri e a fargli capire come comportarsi quando è circondato da altre persone. Vari psicologi gli hanno poi insegnato un metodo chiamato ABA, l'analisi applicata del comportamento, per poter migliorare. Un enorme e lungo lavoro che impegna Luca tuttora e sembra aver dato i suoi “frutti”: ogni mattina si dirige a scuola con l’autobus, segue le lezioni, poi il pomeriggio si reca a fare sport. La sera, tornato a casa, studia e fa i compiti. È disposto a fare qualsiasi sacrificio per raggiungere il suo obiettivo e per realizzarsi come persona ma anche come atleta. «Per questo mi sono allenato così tanto in tutto: allenarmi a comprendere, a parlare, a fare richieste, imparare le regole sociali e poi correre a perdifiato sapendo di aprire una pista, per fare passare altri ragazzi con la mia storia». Questo passaggio, tratto da uno dei messaggi più recenti pubblicati sui suoi social network, racchiude tutto ciò che Luca è: un ragazzo di 18 anni con tanti sogni nel cassetto che spera possano diventare realtà senza che la sua disabilità diventi un ostacolo. Nonostante il lungo percorso di apprendimento, Luca continua a riscontrare, talvolta, alcune difficoltà che non riesce ancora a superare del tutto. Comunque, con determinazione e resilienza, ha imparato ad accettarsi per quello che è. E nella vita non c’è cosa più importante. Ha capito di avere una grande missione da portare avanti, ossia quella di dare, con il proprio vissuto, speranza e sostegno a tutti quei ragazzi e genitori che devono scontrarsi per la prima volta con una diagnosi di autismo. Che all’inizio fa spesso paura. Infatti, come dice Luca, «quando corro, non corro solo per me stesso, (…) ma anche per dimostrare che nulla è impossibile; quello che faccio lo voglio con tutto me stesso e con tutta la forza del mio cuore». 

*Studentessa del liceo Moro