Sciopero generale, i sindacati: “Fermiamo Reggio Emilia”
Previsti disagi. Autobus, treni e sanità fermi dalle 9 alle 13
Reggio Emilia Oltre 250mila lavoratori e lavoratrici di tutti i settori
produttivi della nostra provincia sono chiamati oggi alla mobilitazione messa in campo da Cgil e Uil a livello nazionale per protestare contro la legge di bilancio del governo Meloni.
«La città si fermerà», promette la Fiom. Luana Mazza, della segreteria provinciale della Fiom, non fa sconti al governo: «Le bugie raccontate durante la campagna elettorale hanno le gambe corte e le foto di Salvini che promette “Quota 41” sono lì a dimostrarlo, le urla di Meloni che voleva azzerare le accise sui carburanti oggi sono smentite dalla realtà, solo
due mesi fa promettevano la detassazione della tredicesima e
la tassazione degli extra-profitti ma appena i banchieri si
sono opposti il Governo ha cambiato idea, a dimostrazione che
questo Governo è forte coi deboli e debole coi forti».
Il corteo provinciale si muoverà a partire dalle 9.30 dalla Via Emilia, angolo con Viale Montegrappa, per dirigersi in Viale Ramazzini, Area ex- Reggiane, dove si terrà il comizio conclusivo. Sul palco saliranno, per gli interventi finali, delegate e delegati di Cgil e Uil e il segretario generale della Camera del Lavoro di Reggio Emilia, Cristian Sesena. Le conclusioni della manifestazione saranno di Rocco Palombella, segretario generale Uilm Nazionale.
Per l’occasione partiranno anche pullman da Castelnovo Monti, Guastalla, Correggio e Sant’Ilario che arriveranno a Reggio, facendo anche delle
tappe intermedie.
«La finanziaria inciderà sul Pil del paese uno 0,2% in termini di investimenti e crescita: praticamente di un nulla – dice Sesena – Nel contempo però si saccheggiano le pensioni riuscendo nel “capolavoro” di peggiorare la
medesima legge Fornero che in campagna elettorale la destra aveva dichiarato di voler abolire. Non c’è nulla sul fronte dell’occupazione e per i giovani. Il nostro sciopero è la sola risposta adeguata per dire “adesso basta” con politiche economiche regressive inique e senza prospettiva».
«La manovra non coglie le tante emergenze del Paese e non contrasta
adeguatamente le vecchie e nuove diseguaglianze- dice Roberto
Rinaldi, coordinatore generale della Uil di Reggio Emilia - La
riduzione dell’Irpef non è stanziale ed è insufficiente a recuperare il potere d’acquisto dei salari e delle pensioni diminuito di circa il 20%. La lotta all’evasione fiscale resta un tabù così come non ci sono stanziamenti per puntare ad azzerare le morti sul lavoro. Il paese reale è in sofferenza
ma il Governo gira la faccia dall’altra parte».
«I profitti record delle banche dimostrano che questo Governo ha fatto una
scelta di campo – dice Simone Vecchi, segretario provinciale della Fiom – stare con banche e finanza contro i lavoratori e la classe media. È vergognoso che ancora non ci sia una tassa aggiuntiva che garantisca redistribuzione fiscale e aiuti i salari dei lavoratori».
Per Lorenzo Rivi, della Segreteria provinciale Fiom, «le disuguaglianze aumentano a vista d’occhio, sempre più lavoratori non arrivano a fine mese,
aumenta la precarietà e si confermano i tagli alla sanità, se non ci si ribella alle ingiustizie, la condizione di vita non potrà che peggiorare».
I temi al centro della protesta sono tanti: dal lavoro ai salari che non aumentano, dal fisco alla previdenza. «Il sindacato ha più volte espresso la propria contrarietà alla legge delega sul fisco, che non interviene sui 110 miliardi di evasione fiscale e su un sistema in cui l’Irpef è pagata da lavoratori e pensionati, mentre chi ha gli stessi redditi paga tasse diverse a seconda che questi provengano da lavoro e pensioni o da rendite e finanza – dicono i promotori dello sciopero - La Finanziaria incide negativamente sulla precarietà che aumenta colpendo in particolare giovani e donne attraverso la reintroduzione dei voucher e liberalizzando i contratti a termine. Si investe poco sull’innovazione e sulla ricerca».
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