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Morto dopo venti giorni di agonia: le telecamere hanno filmato tutto

Ambra Prati
Morto dopo venti giorni di agonia: le telecamere hanno filmato tutto

Viale IV Novembre I due non si conoscevano, il 49enne pare irreperibile

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Reggio Emilia C’è il filmato di una telecamera di videosorveglianza che ha ripreso per intero quanto accaduto in viale IV Novembre: il diverbio tra più persone, due che si affrontano, l’italiano che spintona il contendente, quest’ultimo che cade all’indietro battendo la testa.

Il caso che ha portato la procura di Reggio Emilia a indagare per omicidio preterintenzionale un italiano 49enne, nell’immediatezza dei fatti identificato e subito rilasciato, è già risolto per quanto riguarda la ricostruzione dell’accaduto. Eppure è lungi da una svolta a causa dell’ambiente di marginalità nel quale è maturato: due senzatetto disoccupati che bazzicavano in zona. Da un lato il cadavere di un indiano di 44 anni, che non è stato ancora reclamato da nessuno (il defunto non aveva familiari in Italia); dall’altro lato l’omicida, che pare irreperibile.

Il fatto risale al 22 ottobre scorso, in pieno giorno in viale IV Novembre. Alle 15.20 i residenti hanno sentito delle urla in strada e hanno allertato il 112. Al loro arrivo i carabinieri della Sezione Radiomobile hanno trovato un uomo esanime per terra e lo hanno affidato ai volontari di un’ambulanza, che lo hanno trasportato al Pronto Soccorso. Nel frattempo sul posto, delle almeno tre-quattro persone presenti, è rimasto solo l’autore dello spintone: il 49enne, portato al comando provinciale di corso Cairoli, ha reso delle sommarie informazioni, riferendo della lite (non è chiaro per quale motivo) e cercando di informarsi sulle condizioni del ferito, che non conosceva.

Pareva uno dei tanti episodi che si verificano con frequenza nel quartiere più degradato della città: un accapigliarsi l’un l’altro tra senzatetto. Il 49enne, di origini meridionali e ospite di amici, è noto per precedenti simili (diverbi, aggressioni) ma di lieve entità. E, in assenza di una querela di parte per un episodio che si configurava come lesioni personali aggravate, il 49enne è stato rilasciato dopo che l’avvocato Mario Di Frenna (che lo aveva difeso in precedenti procedimenti giudiziari) era stato informato per telefono dell’accaduto.

Peccato che il ferito non si sia più ripreso. A seguito della caduta il 44enne ha riportato un serio trauma cranico; gli esami cui è stato sottoposto hanno evidenziato un ematoma subdurale, cioè un versamento di sangue nel cervello. I medici non hanno disperato: talvolta l’ematoma può riassorbirsi nel giro di due settimane. Invece il 44enne, subito andato in coma, non ha più ripreso conoscenza; e il 13 novembre, nel letto del reparto di Rianimazione del Santa Maria Nuova dov’era ricoverato da ben 22 giorni in prognosi riservata, è spirato.

Il corpo è tuttora all’obitorio dell’ospedale; nessuno lo ha reclamato e la sua povera esistenza, prima di quel fatale spintone, è avvolta nella nebbia.

Il 49enne è stato indagato per il reato di omicidio preterintenzionale dal pm Valentina Salvi. Il pubblico ministero sta valutando se disporre l’autopsia. Saranno svolti alcuni accertamenti ai fini dell’attività istruttoria. La prova principe però, cioè il video del diverbio, è saldamente nelle mani dei carabinieri. All’appello manca solo l’omicida: la speranza degli inquirenti è che si costituisca. l