Passante morso dal cane, risarcito con 84mila euro
Azzannato al braccio da un pastore maremmano uscito con la testa dall’inferriata, un passante reggiano di 51 anni ha intentato una causa civile al proprietario
Reggio Emilia Azzannato al braccio da un pastore maremmano uscito con la testa dall’inferriata, un passante reggiano di 51 anni ha intentato una causa civile al proprietario. Il procedimento, non favorevole in primo grado in tribunale a Reggio Emilia che aveva riconosciuto al ferito 5mila euro di danni, si è capovolto in secondo grado: il padrone dell’animale dovrà risarcire 80mila euro.
La vicenda risale a ben otto anni fa. Il 4 marzo 2015 il 51enne si ferma davanti al cortile di un’azienda per chiedere un’informazione e si avvicina alla cancellata quando all’improvviso il pastore maremmano, a causa «delle sbarre alquanto distanziate tra di loro», esce con la testa dalla cancellata e «lo morde al gomito sinistro tirandolo a sé». Quel giorno arrivano sul posto i veterinari dell’Ausl, che multano il proprietario per non aver messo una rete protettiva sulla cancellata.
La lesione fisica è di lieve entità. Tuttavia da quel momento comincia una vera e propria odissea sanitaria per il ferito, che sviluppa un terrore per i cani di grossa taglia e viene costretto a continui ricoveri (tredici giorni, trenta giorni, 60 giorni e 90 giorni) e a una serie di terapie. Dagli esami, viene appurato in seguito, risulta che non ci sono problemi a livello fisico; si tratta di «un disturbo di tipo somatico», afferma il perito, scatenata «dall’evento stressante del morso del cane e via via aggravatasi fino a configurare una vera condizione morbosa».
Il 51enne trascina davanti al giudice il proprietario del cane, il quale ha negato la responsabilità e ha parlato di un fatto accidentale: a suo avviso l’uomo ha «appoggiato i gomiti sulla sommità della recinzione» ignorando il cartello “Attenti al cane” e il suo avvertimento. «Preciso che mi trovavo nel cortile (parlando con un familiare, ndr) e gli ho detto di non avvicinarsi al cancello in quanto ci poteva essere un rischio per il cane». Il 31 gennaio scorso il giudice di Reggio ha dato ragione al proprietario del cane, che tramite l’assicurazione ha versato 300 euro.
Non si arrende il 51enne, che tramite l’avvocato Matteo Campani impugna la prima sentenza e ricorre in Appello. Dopo aver riesaminato il criterio cronologico, la documentazione sanitaria, la perizia di parte e le conseguenze sulla quotidianità dell’uomo dopo quel morso – il 51enne, che lavorava all’estero, non è più riuscito a viaggiare come prima e si è visto certificare una invalidità del 36% –, la Seconda Sezione Civile della Corte d’Appello di Bologna presieduta dal giudice Maria Cristina Salvadori ha riconosciuto «il nesso causale» e danni psicologico e materiali nonostante «il concorso colposo» del morsicato. Applicando un complicato criterio di calcolo «del danno differenziale» (cioè quanto avrebbe guadagnato in più il 51enne negli ultimi otto anni) l’esito è stato ribaltato. La Corte ritiene equo l’importo di 84.630 euro: tanto dovrà pagare il padrone del pastore maremmano, oltre alle spese processuali. l