«Per il bene dei nostri figli sport, sport, sport...»
L’appello del dottor Gianni Zobbi: «Serve al fisico e alla mente»
Reggio Emilia L’Italia si colloca al quarto posto in Europa per sovrappeso e obesità infantile, con tassi lievemente inferiori al 40% nei bambini dai 7 ai 9 anni, superata solo da Cipro, Grecia e Spagna. La nostra provincia non fa eccezione: a Reggio Emilia più di un bambino su quattro è sovrappeso e uno su 10 è obeso.
In prima linea per contrastare questo fenomeno, al fianco dei pediatri, c’è la Medicina dello Sport dell’Ausl di Reggio: «Una parte dell’equipe si dedica ai bambini in sovrappeso o obesi collaborando con le altre realtà aziendali interessate, come ad esempio la pediatria di comunità, la pediatria ospedaliera e l’endocrinologia pediatrica, fornendo consulenze sull’attività motoria e sulla corretta alimentazione», spiega il dottore Gianni Zobbi, direttore della Medicina dello sport e prevenzione cardiovascolare dell’Ausl Ircss Reggio Emilia.
Parlando di attività motoria, quali sono i benefici di una regolare attività fisica e sportiva nei bambini?
«Favorisce lo sviluppo osteo-muscolare, migliora la funzionalità dell’apparato cardiocircolatorio, agevola un corretto ritmo sonno veglia, riduce stress e ansia. Inoltre offre una serie di benefici e valori alla base delle cosiddette “abilità per la vita”, o, come dicono gli autori anglosassoni, “life-skills”».
A cosa si riferisce?
«Una corretta attività sportiva favorisce la socializzazione, l’integrazione, l’amicizia, il benessere psicofisico, l’autostima, la capacità di assumersi responsabilità, la condivisione del lavoro, la capacità di porsi obiettivi, oltre a contrastare stili di vita inadeguati che possono portare all’obesità».
Esistono sport più indicati di altri per i bambini?
«L’aspetto fondamentale è che il bambino si diverta e non viva il momento dell’attività sportiva come un’imposizione da parte dei genitori o uno strumento di emulazione degli amici. Il tipo di sport deve essere poi adatto all’età, alle capacità fisiche e motorie del bambino, alle particolari “fasi di sviluppo” che sta attraversando».
Partiamo dalla prima infanzia.
«Quello tra gli 0 e i 3 anni è un periodo importante durante il quale l’organismo dei bambini riceve stimoli fondamentali per lo sviluppo psicomotorio. Intorno ai 3 anni di età sono importanti i corsi di acquaticità e baby-nuoto attraverso i quali il bambino rivive l’ambiente della vita intrauterina».
Tra i tre e i sei anni?
«Durante questa fase, nel bambino migliora la capacità di eseguire movimenti volontari con una certa precisione. Importanti sono tutte le attività definite “ludico-motorie” in cui una generica attività sportiva viene vissuta come divertimento e puro gioco».
Continuiamo: cosa consiglia per i bambini tra i 6 e i 10 anni?
«Si dice che in questo momento della crescita il bambino sia in grado di “rappresentare mentalmente” il proprio corpo, sia in forma statica che dinamica, e abbia una migliore concezione dei concetti di spazio e tempo. Fino agli 8 anni si consigliano attività come ginnastica artistica e arti marziali utili nel migliorare i movimenti e predisporre il bambino all’accettazione delle regole. Superati gli 8 anni, quando il bambino è in grado di riconoscere e accettare regole anche di attività di gruppo, è possibile iscriverlo a corsi di minicalcio (categoria “pulcini”), minivolley, minibasket, minitennis».
E per i ragazzi?
«Nell’età prepuberale (dagli 11-12 anni nei maschi, e dai 10 anni nelle femmine) e nell’adolescenza (14-18 anni), il ragazzo va incontro a un importante sviluppo osteo-muscolare e ormonale per cui l’attività sportiva può esprimersi completamente anche con allenamenti specifici e che mirino allo sviluppo di qualità come la forza».
Sono più indicati gli sport di squadra o quelli individuali?
«Purtroppo molto spesso lo sport praticato dai bambini dipende da fattori a lui estranei come ad esempio la volontà dei genitori , il tipo di strutture sportive presenti nel territorio in cui vive, l’influenza degli amici o dei compagni di scuola. Se è vero che gli sport di squadra facilitano l’accettazione di regole comuni, le relazioni interpersonali e la solidarietà, questo obiettivo può essere raggiunto anche da sport individuali attraverso gli allenamenti con i compagni o l’iscrizione alla stessa società sportiva. La scelta dello sport deve tenere presente le caratteristiche del bambino. Generalmente gli sport di squadra sono indicati per i bambini introversi che possono così socializzare; gli sport individuali migliorano il senso di responsabilità; i bambini particolarmente irrequieti necessitano di uno sport che insegni loro regole comportamentali».
Esiste un allenamento ideale per un bambino?
«Bisogna sicuramente evitare il sovra-allenamento e affidare il proprio figlio a istruttori e a società sportive qualificati che siano capaci di programmarne e controllarne l’attività sportiva. In genere è consigliabile limitare la durata dell’attività tra 4 e 6 ore settimanali per i bambini di 8 anni e tra le 6 e le 8 ore settimanali per quelli di 12 anni». l
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