Morta l’ultima partigiana di Albinea
Albertina “Anna” Rocchi aveva 97 anni: è stata una instancabile testimone
Albinea Una delle ultime partigiane reggiane se ne va. Nella mattinata di ieri la 97enne Albertina “Anna” Rocchi è scomparsa nella sua abitazione di Botteghe, dove viveva da tanti decenni. “Anna” era un figura importante per la memoria locale, grazie ai diari scritti negli anni e alle testimonianze rilasciate assieme al marito Luigi Beggi, nome di battaglia “Mago”, scomparso qualche anno fa, che con la moglie aveva condiviso l’esperienza resistenziale e politica.
Nata a Quattro Castella, aveva combattuto nelle formazioni partigiane attive nella collina reggiana, operando principalmente come staffetta.
Nel 2019, aveva partecipato come ospite d’onore alle commemorazioni per il 25 aprile promosse dal Comune e dall’Anpi di Albinea, una giornata conclusa con la rappresentazione dello spettacolo “Casa di latitanza. Giorni di vita, amore e guerra”, ideato da Roberto Rocchi, nipote di Albertina.
Il funerale si svolgerà oggi. Il corteo funebre partirà alle 17.45 dalla sede della Croce Verde di Reggio, porterà ad Albinea per la celebrazione della messa e, al termine, proseguirà al cimitero di Coviolo, dove si procederà successivamente alla cremazione della sala.
«La sua lucida umanità arricchita dai valori antifascisti sono una eredità importante che dobbiamo custodire e continuare a trasmettere alle giovani generazioni - ha detto il sindaco Nico Giberti - Ricordo con emozione la splendida lettura teatrale ispirata alla sua vita e tratta dai suoi diari che mettemmo in scena nel 2019. Andrà sicuramente riproposta ad Albinea e altrove».
«Era probabilmente l’ultima partigiana residente nel Comune di Albinea ed anche l’ultima iscritta alla nostra sezione. Il tempo passa e i testimoni della nostra Resistenza, uno dopo l’altro, passano con lui», aggiungono da Anpi Albinea. «Albertina ne era ben conscia, così come era cosciente della necessità di tramandare la sua testimonianza alle generazioni future. Per questo motivo, durante la Resistenza e per alcuni decenni successivi, Albertina aveva scritto dei diari, semplici e diretti. Tanti quaderni scritti in bella calligrafia, che parlano lucidamente di guerra, di speranza, di lavoro, di conquiste sindacali: un affresco dell’Italia della rinascita».
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