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La madre di Giulio Alberto: «La montagna era la sua vita»

Serena Arbizzi
La madre di Giulio Alberto: «La montagna era la sua vita»<br type="_moz" />

Il ricordo: «Mio figlio si trasferì a Tarvisio quando aveva 14 anni»

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Reggio Emilia «Giulio si era trasferito a Tarvisio a 14 anni perché aveva realizzato il sogno della sua vita: quello di lavorare in montagna, la sua passione».

La madre di Giulio Alberto Pacchione, il 28enne precipitato durante una scalata, insieme all’amico Lorenzo Paroni ha da poco ricevuto la notizia che nessun genitore vorrebbe mai ricevere. I genitori di Giulio sono due stimati medici e abitano a Teramo. La madre, Adima Lamborghini, e il padre Dario Pacchione, consigliere comunale a Silvi, in provincia di Teramo, hanno deciso di far nascere tutti e tre i loro figli a Reggio Emilia, al Santa Maria Nuova.

«Io e mio marito studiavamo a Parma – racconta Adima –. Mio marito lavorava con il dottor Bedogni, specializzato in endoscopia. Ci siamo trasferiti a Teramo e Giulio inseguì la sua passione per la montagna, decidendo di andare a vivere a Tarvisio e iscrivendosi al liceo sportivo Bachmann. Mio figlio era maestro di sci e aveva maturato una grande esperienza. Inoltre, Giulio e Lorenzo avevano già calcato la via che stavano percorrendo. La fatalità, purtroppo, anche in questo caso si è rivelata dietro l’angolo con il distacco della roccia e la montagna lo ha tradito. Mio figlio era una persona d’oro, un ragazzo esperto e consapevole».

Tutta Italia manifesta profonda vicinanza e cordoglio alle famiglie dei due alpinisti deceduti durante il servizio.

Il comandante della guardia di finanza di Reggio Emilia Ivan Filippo Bixio dichiara che «le Fiamme gialle reggiane si stringono ed esprimono il loro profondo cordoglio alle famiglie di questi due ragazzi e colleghi, tragicamente scomparsi mentre si esercitavano per mantenere elevata la loro professionalità e garantire la sicurezza e il soccorso in montagna a tutti i frequentatori di quelle cime alpine. Un pensiero particolare alla famiglia di Giulio Pacchione, nativo di Reggio Emilia».

Andrea Lazzaro è un collega della scuola di sci Evolutions 3 Lands.

La scuola, anni fa, pubblicò una biografia di presentazione di Giulio Alberto Pacchione, soprannominato “Pacchio”: «Pacchio è diventato maestro nel 2014 (in Friuli Venezia Giulia), studia all’università di Trento e durante l’estate lavora al rifugio alpino di Brazzà. È appassionato di alpinismo e di tutto ciò che riguarda la montagna». Fra gli interessi, fin da allora, vengono menzionati l’alpinismo estivo e invernale.

«Pacchio voleva fare l’agonista nel mondo dello sci e si era trasferito qui apposta – racconta Andrea Lazzaro –. Poi era diventato maestro di sci ed era entrato nella guardia di finanza come soccorso alpino. Gli piaceva moltissimo svolgere questo mestiere, era professionista ed era un professionista della montagna. Gli avevo parlato tre giorni fa, era una persona molto solare, aperta, mi aveva raccontato che non sarebbe andato in ferie quest’estate e si sarebbe dedicato alla montagna».

Al rifugio Brazzà domenica avrebbe dovuto svolgersi un evento, cancellato a causa del lutto; la struttura, per lo stesso motivo, rimarrà chiusa anche per la giornata di oggi. l

Serena Arbizzi

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