Il Ferragosto della 500 del Serale tra grigliate e salite ai 40 all’ora
Prosegue il viaggio sull’utilitaria classe 1969 che verrà elettrificata alle serali a Reggio
Reggio Emilia Come era giusto che fosse, il mio Ferragosto con la 500 del Serale capita al cospetto di Matera. Uno spettacolo che va gustato a piedi Alle 10 parcheggio la macchina e salgo su un pullman che ha il compito di traghettare i turisti al Belvedere. Ho visto che la discesa era frequentata e quindi mi sono avventurato nel canyon fino al ponticello tibetano. Poi sono risalito lato città. Alle 12 sono di nuovo in macchina direzione Benevento.
La strada sembra non finire mai. Chilometri e chilometri di campi coltivati. Il paesaggio sempre lo stesso. Il primo autogrill a 80 km da Matera. La Basilicata sarà anche il granaio d'Italia ma se tutta come l'ho vista io è paesaggisticamente di una noia mortale. Soprattutto se la fai ai 60 km/h. Non passa mai.
Arrivati a Candela, dopo aver percorso una strada regionale con buche ed avvallamenti in grado di inghiottirmi la macchina, inizia finalmente un po' di montagna.
La vecchia statale si snoda in una valle verdissima. Il tempo di una sosta per salutare un collega poi arrivò a Benevento ospite della famiglia della mia madrina.
Mi raggiunge un vecchio collega, ormai trasferito da anni a Campobasso, che non vedevo da anni.
Aperitivo, cena a base di orecchiette e mozzarella di bufala eppoi a letto.
Non so se sia per colpa dell'attraversamento del canyon di Matera o delle ore passate al volante nel nulla lucano, ma sono veramente stanco.
Oggi grigliata con un collega ad ariano irpino poi tappa di trasferimento ad Avezzano.
Considerando che ho fatto un piccolo sconfinamento in Puglia le regioni del sud le ho toccate tutte.
Come un gambero oggi torno sui miei passi e ripercorro parte della statale 90 per arrivare a Montaguto, ridente paesino sulla cresta della montagna che domina la valle del Cervaro. Siamo a oltre 700 metri, poche anime, due bar e una fonte con annesso lavatoio. Il clima di paese tra cordialità e consuetudini è corroborante. Credo che i dottori invece che prescrivere pilloline contro lo stress dovrebbero prescrivere 15 giorni in questi borghi di montagna. Ii non resterò 15 giorni ahimè, ma solo qualche ora per sacrificarsi (si fa per dire) al rito pagano della grigliata di ferragosto. Mi attende infatti un collega nella sua casa di campagna. Mangiamo davanti a un panorama notevole eppoi di nuovo sulla strada, direzione Avezzano. Lasciata l'Irpinia con le sue montagne e colline, dove la strada sinuosa permette al cinquino di esprimere le sue doti di tenuta di strada, si torna a Benevento, ed imboccata la complanare veniamo collegati alla Casilina che tra campi coltivati, boschi e montagne lussureggianti di un verde scuro mi portano fuori dalla Campania. All'ombra del monastero di Cassino si volta verso Sora eppoi Avezzano.
Intanto il sole cala ed ho così modo di sperimentare l'illuminazione d'altri tempi: si vede molto poco e quindi la prudenza raddoppia. L'importante è almeno mi vedano gli altri. Anche perché sulla salita che mi porta a Sora la 500 fatica a fare i 40. Andrà un po' meglio a quella prima di Avezzano, ma non poi così tanto. In compenso in discesa ci fidiamo a raggiungere perfino i 70 km/h dove la visibilità lo permette. Arrivo ad Avezzano alle 9, ormai notte. Il tempo di fare un giro in paese, poi a letto.
Ormai abbiamo abbondantemente superato la metà del viaggio.
A parte il rumore sulla ruota sinistra, con conseguente consumo anomalo, e qualche defaillance elettrica, la vecchia 500 si sta comportando egregiamente.
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