Gazzetta di Reggio

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Processo sugli affidi in Val d’Enza

«Pressioni perché denunciassi il mio ex per gli abusi su mia figlia»

Serena Arbizzi
«Pressioni perché denunciassi il mio ex per gli abusi su mia figlia»

Reggio Emilia, ascoltata la testimonianza di una madre. Colpo di scena con nuovi capi di imputazione previsti per alcuni imputati

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Reggio Emilia «Sono stata molto pressata a fare denuncia nei confronti del mio ex compagno sui presunti abusi sessuali subiti dalla bambina. Poi decisi di non procedere ma venne avviato ugualmente un procedimento d’ufficio».

Questo uno dei punti chiave della testimonianza esposta ieri in tribunale a Reggio Emilia da una mamma, la cui bambina era stata portata da una famiglia affidataria, nell’ambito del processo “Angeli e demoni”, sui presunti affidi illeciti di minori in Val d’Enza. Inchiesta partita nel 2018 quando gli investigatori sono stati insospettiti dalle tante denunce dei servizi sociali contro genitori accusati di violenze nei confronti dei propri figli. Tutti nella stessa zona: la Val d’Enza.

Ieri mattina è stata chiamata a deporre davanti al giudice Sarah Iusto, che presiede il collegio, a latere vede Michela Caputo e Francesca Piergallini, una mamma, la cui bambina è stata affidata a un’altra famiglia dai servizi sociali.

La donna ha parlato per ore, esponendo vari dettagli di quegli anni. «Mi dicevano che sporgere denuncia contro il mio ex compagno mi avrebbe fatta risultare credibile come madre», aggiunge la donna, relativamente al procedimento poi avviato d’ufficio contro l’ex compagno, ascoltato durante la precedente udienza e successivamente archiviato. «Denuncia che ho deciso di non fare, dopo aver parlato con lo psicologo».

Sono stati analizzati numerosi passaggi, come quello che avveniva durante gli incontri protetti fra la madre e la bambina. Ed è stato mostrato un disegno che le due avrebbero realizzato durante uno di questi incontri, avvenuto in estate, in giardino, «quando abbiamo trascorso un’oretta a dipingere», ha confermato la madre. È stato ripercorso anche un altro episodio in cui la bimba chiamò “mamma” l’affidataria. «Ero arrabbiata – confida la donna, incalzata dalle domande –. La bimba percepisce ogni cambiamento delle persone e quindi può aver percepito di aver detto qualcosa che l’ha fatta soffrire».

Durante l’udienza è terminato il controesame della madre della bambina. E si sono registrati anche momenti di tensione tra pubblico ministero e difesa. La pm Valentina Salvi è intervenuta dicendo che i tempi si dilatano perché le difese fanno premesse lunghe prima di arrivare alla domanda. Da parte loro, le difese hanno risposto la premessa è necessaria perché le questioni sono tutte molto complicate.

Un colpo di scena, poi, si è verificato in vista della prossima udienza, il 25 settembre. Il pubblico ministero ha depositato una memoria in cui fa contestazioni suppletive, in altre parole aggiunge capi di imputazione contestando fatti nuovi a più imputati, come Bolognini. Monopoli, Anghinolfi e Bonaretti per cui si profilerebbe anche l’accusa di falso. Corretto anche un errore di tipo tecnico nell’ambito dei procedimenti per abuso d’ufficio a carico dei sindaci Andrea Carletti e Paolo Colli. Tutte le difese interessate hanno chiesto i termini perché, di fatto, si innesta una nuova imputazione.l