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L’intervista della domenica

«Puntare sulle nostre eccellenze valorizzando le differenze»

Andrea Vaccari
«Puntare sulle nostre eccellenze valorizzando le differenze»

Stefano Landi è il presidente della neonata Camera di Commercio dell’Emilia: «Occorrerà ragionare in termini di area vasta garantendo assoluto equilibrio»

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Un ente strategico per il territorio, che rappresenta la più grande realtà del sistema camerale della regione. È la nuova Camera di commercio dell’Emilia, nata dall’unificazione degli enti di Reggio, Parma e Piacenza, alla cui guida è stato nominato il reggiano Stefano Landi. Già presidente a Reggio Emilia, Landi è pronto a gettarsi in questa nuova avventura che rappresenta una sfida e un’occasione di crescita per le province coinvolte.

Landi, quali sono le sue prime sensazioni da presidente della neonata Camera di commercio dell’Emilia?

«La strada che ha portato all’unificazione è stata complessa però siamo riusciti a dare vita alla Camera di commercio tra le più importanti dell’intero territorio nazionale. Avvertiamo tutti una forte responsabilità per questa gestione, nel cui ambito arrivano ad unirsi tre territori che vantano ricchezze a 360 gradi: non mi riferisco solo alle imprese e ai loro importanti dati sull’export, ma anche alla cultura, alla storia, all’attenzione al sociale. Le cose in comune sono tante, così come le differenze, che abbiamo l’obiettivo di valorizzare. Certo non è un aspetto da poco il poter contare su numerosi comparti di eccellenza quali l’agroalimentare, il tessile e il ceramico».

Lei ha già ricoperto la carica di presidente e anche di commissario della Camera di commercio di Reggio Emilia. Come cambierà il suo ruolo in seguito a questa unificazione?

«Facciamo una premessa: le tre Camere di commercio erano solide, importanti e avrebbero potuto anche continuare il proprio percorso da sole. Ma con l’entrata in vigore della riforma, l’unificazione non poteva essere più rimandata e dunque abbiamo iniziato a lavorare per mettere a sistema le differenti realtà. Sarà molto diverso non solo per me, ma per la giunta che si insedierà il prossimo 28 luglio, a seguito della nomina del consiglio: vi saranno due componenti per ogni provincia in modo da garantire un assoluto equilibrio di rappresentanza e il settimo arriverà dalla provincia col più alto numero di imprese, ad oggi Reggio. Occorrerà ragionare in termini di area vasta, con la consapevolezza di avere per le mani una macchina potentissima da guidare con cura e attenzione».

Il suo primo mandato da presidente a Reggio iniziò nel 2014. Sono passati 9 anni nei quali il mondo è cambiato drasticamente. Che scenario si trova di fronte?

«Siamo passati attraverso periodi molto turbolenti. Il mondo ha cominciato a cambiare dal 2008 con le banche che hanno iniziato a saltare, con conseguenze che hanno interessato poi il mercato immobiliare e l’economia. Una crisi molto complicata dalla quale, dopo qualche anno, ci stavamo rimettendo in marcia, poi l’arrivo della pandemia e del conflitto russo-ucraino ha ulteriormente peggiorato il contesto. In tutto ciò, è innegabile che il nostro territorio abbia dimostrato grande resilienza, riuscendo a fare fronte a queste emergenze. Oggi, seppur con tutte le difficoltà, la nostra economia tiene. Il territorio mostra indici positivi non solo sugli ordinativi e più di tutti parla il dato relativo alla disoccupazione: Reggio è al di sotto del 4%, il più basso della regione e tra i migliori in Italia».

Dal suo osservatorio privilegiato, può confermare che l’Emilia è davvero la locomotiva del paese?

«Mi permetto di dire che il nostro ruolo è di rilievo non solo in Italia ma anche in Europa. Dovremo essere bravi a supportare le imprese per mantenere questa posizione di leadership, che si concretizza grazie alla presenza sì di grandi realtà, ma anche di tante piccole e microimprese da sempre caratteristica pregnante dei nostri territori».

In cosa si assomigliano i territori di Reggio, Parma e Piacenza e in cosa differiscono?

«L’agroalimentare è un settore che tra le tre province è molto forte, così come la meccanica, che a Reggio tocca numeri più importanti ma che è ben sviluppata anche a Parma e Piacenza. Il turismo è più forte a Parma anche per ragioni storiche ma anche su questo aspetto le tre province dialogano da tempo grazie a Destinazione Turistica Emilia, il cui lavoro è già consolidato».

Quale sarà il ruolo di Reggio all’interno di questa triade?

«Siamo arrivati sin qui ponendo come conditio sine qua non l’equilibrio tra la tre realtà. Ogni Camera di commercio porterà in dote qualcosa di proprio ma non ci devono essere differenze. Poi che quella di Reggio Emilia fosse la Camera di commercio più grande è un dato che non si può negare».

A proposito di Reggio, come sta secondo lei la città?

«In generale direi bene, abbiamo una tradizione di forte attenzione al sociale, in cui pubblico e privato dialogano in modo proficuo. Non conosco nel dettaglio le situazioni degli altri capoluoghi ma qui stiamo vivendo a mio avviso una crisi che riguarda il centro storico, con il commercio di vicinanza che soffre. Si parla di Ztl allargata, un’idea che un po’ contrasta con la carenza di parcheggi intorno al centro storico. È stato fatto molto, e tanto resta ancora da fare. Il centro è un biglietto da visita fondamentale, rappresenta non solo la città ma anche la stessa provincia. Stiamo vivendo un periodo complesso a livello di traffico e circolazione, sono convinto che quando avremo il completamento della tangenziale nord si avrà un netto miglioramento. Così come in altre città, anche a Reggio c’è il tema della microcriminalità: abbiamo sempre fatto dell’accoglienza un valore importante e portato avanti un’integrazione forte. L’obiettivo deve essere quello di continuare a migliorarci in una società aperta, con tante comunità al suo interno. È una ricchezza, che però va gestita».

Da grande appassionato di sport qual è, che stagioni pronostica per le nostre squadre di punta?

«La Reggiana calcio, dopo un campionato straordinario, vede la propria dirigenza gettare le basi per una serie B da disputare con tranquillità, ho sentori positivi. La Pallacanestro Reggiana, uscita da una stagione complicata, si sta rinforzando sia nella squadra che nello staff, e tutto lascia pensare che noi tifosi soffriremo meno...».

Con la sua nomina a presidente prosegue per lei un 2023 da sogno, culminato con la visita alla sua azienda da parte del presidente della Repubblica Sergio Mattarella.

«È stata una soddisfazione unica. Ha saputo metterci a nostro agio e i nostri operai sono rimasti colpiti dalla vicinanza e dall’umanità che ha saputo trasmettere». l