Gazzetta di Reggio

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Lo zio di Saman: «Volevo collaborare prima ma avevo paura per mia moglie»

Lo zio di Saman: «Volevo collaborare prima ma avevo paura per mia moglie»

Danish Hasnain attacca il fidanzato di Saman: «L’ha solo usata»

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Novellara Già a marzo del 2022, mesi prima di indicare agli inquirenti il luogo dove era sepolta Saman Abbas, lo zio della ragazza Danish Hasnain aveva intenzione di collaborare con gli inquirenti. Aveva però paura di ritorsioni nei confronti della moglie che si trovava in Pakistan. La sua decisione di portare gli inquirenti in strada Reatino a Novellara, il 18 novembre scorso, l’ha presa soltanto dopo aver appreso della cattura del fratello Shabbar e dopo aver ottenuto rassicurazioni sul fatto che la moglie sarebbe stata portata al sicuro da possibili ritorsioni.

L’uomo lo ha detto oggi in aula di fronte alla Corte d’Assise, dove è imputato insieme al padre di Saman Shabbar Abbas (detenuto in Pakistan), la madre Nazia Shaheen (latitante), e i cugini Ikram Ijaz e Nomanulhaq Nomanulhaq.

Dopo essersi lamentato per le difficoltà della vita carceraria («ho passato in isolamento 10 mesi e 10 giorni e non voglio tornarci») Hasnain ha attaccato il fidanzato di Saman Saqib Ayub. «Per me- ha detto- l'ha solo usata fino in fondo e voleva sposarla solo per avere i documenti». Altrimenti, rincara l'imputato, «non l'avrebbe lasciata tornare in quella casa che Saman stessa gli aveva detto non essere sicura». A margine dell’udienza, l’avvocata Barbara Iannuccelli, che tutela con il collega Claudio Falleti il fidanzato di Saman (costituitosi parte civile), si è limitata a definire «inutili» le dichiarazioni dell’imputato. «Lo zio – ha detto l’avvocata - parla di quel ritorno a casa della nipote come se fosse un osservatore esterno che commenta una vicenda che non lo riguarda: ma in quella casa pericolosa ci stava lui...».