Timbra il cartellino poi fa la spesa. Ex dipendente comunale a processo
Nei guai 60enne colto in flagrante durante le indagini della polizia locale
Reggio Emilia Timbrava il cartellino in Comune, poi usciva per fare la spesa o, comunque, altre commissioni di natura personale che nulla c’entravano con lo svolgimento della propria mansione.
È finito a processo un ex dipendente pubblico di 60 anni, nato a Carpi e residente a Modena, che lavorava dapprima ai servizi sociali, mentre successivamente era stato trasferito alla protezione civile al Comune di Reggio Emilia.
La testimonianza
Ieri mattina è stato ascoltato in qualità di testimone, davanti al giudice Silvia Semprini, il comandante della polizia locale di Reggio Emilia Stefano Poma il quale, in un’ora e un quarto di deposizione, ha raccontato minuziosamente le varie fasi delle indagini che hanno portato a cogliere in flagrante il dipendente, che durante l’orario di lavoro usciva per occuparsi di vicende personali.
Riavvolgiamo il nastro. Il caso risale all’agosto del 2018. In Comune si riscontrano vandalismi sul dispositivo elettronico marcatempo, ovvero il timbratore dei badge utilizzato dai dipendenti comunali per segnalare la propria presenza in ufficio.
L’autore dei vandalismi non viene identificato tuttavia, nel frattempo, ci si accorge che il 60enne in orario di servizio è all’interno di alcuni negozi, per fare la spesa, ad esempio. In alcune occasioni viene pizzicato al bar, o al parco a leggere o, ancora, al mercato ortofrutticolo. Il comportamento del dipendente comunale viene scoperto, come detto, nell’agosto del 2018 e si protrae con l’aggravante, viene sottolineato in sede giudiziaria, di aver commesso il fatto in danno del Comune di Reggio Emilia con l’aggravante dell’abuso di prestazione d’opera.
Il lavoro della polizia locale è stato certosino, con pedinamenti, fotografie, riprese. Una volta ottenuta la certezza che il dipendente comunale invece di lavorare svolgeva altre faccende di natura privata è scattato il procedimento previsto dalla legge Madìa.
Il danno
L’uomo è stato sospeso per 30 giorni e, successivamente, licenziato.
La vicenda è stata passata al setaccio dalla Corte dei Conti, alla quale l’ufficio personale del Comune di Reggio Emilia ha inviato tutti gli incartamenti. Inizialmente, la quantificazione del danno da parte degli uffici pubblici reggiani stimava in oltre 1.400 euro le mancate ore di lavoro del dipendente. Secondo il calcolo riformulato dalla Corte, invece, il danno ammonterebbe a poco meno di 800 euro. Il dipendente, oltre a essere stato licenziato in tronco, ha dovuto risarcire l’amministrazione dell’entità del danno, ma anche delle spese legali per l’apertura del procedimento, insieme ad altri oneri accessori.
Il reato di cui è accusato il 60enne è quello di truffa continuata. L’uomo si recava in più luoghi, dalla biblioteca comunale, al mercato o altri esercizi commerciali in più occasioni, quindi, manifestando una vera e propria attitudine. L’ipotesi di reato di truffa, dunque, secondo l’accusa non sarebbe da circoscrivere a un solo caso.