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Gianni e Luca, 4 medaglie ai Mondiali per trapiantati

Daniela Aliu
Gianni e Luca, 4 medaglie ai Mondiali per trapiantati

Gare a Perth, in Australia: Serra conquista 2 ori con basket e volley. Per Colli un argento nel calcio e un bronzo nel doppio di tennis

25 aprile 2023
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Reggiolo - Montecchio C’erano anche due atleti reggiani in gara ai Mondiali per trapiantati (World Transplant Games 2023) appena conclusi a Perth, in Australia: Luca Colli di Montecchio per il tennis e il calcio a 6; Gianni Serra di Reggiolo per il basket e la pallavolo. Entrambi 48enni, entrambi alla prima esperienza ai Mondiali, unici rappresentanti dell’Emilia Romagna, sono tornati con due medaglie ciascuno: Luca Colli si è aggiudicato una medaglia d’argento con la squadra di calcio e una medaglia di bronzo (assieme a Francesco Fiore di Matera) nel torneo di doppio di tennis; Gianni Serra ha vinto due medaglie d’oro con le squadre di basket e di volley.

I Mondiali per trapiantati si svolgono ogni due anni e riuniscono atleti da tutto il mondo per confrontarsi in diverse discipline sportive (atletica, ciclismo, tennis, basket, pallavolo, nuoto, eccetera). All’edizione 2023 appena conclusa a Perth hanno partecipato oltre duemila atleti. La Nazionale azzurra ha conquistato 49 medaglie: 24 ori, 13 argenti e 12 bronzi.

Luca Colli

Luca Colli, sottoposto al trapianto di rene nel 2015, ha coronato il suo sogno di partecipare ai Mondiali. La sua malattia è emersa quando aveva 18 anni. Dopo una vita passata a lottare con una insufficienza renale cronica, il 28 aprile 2015 ricevette la chiamata tanto attesa che gli ha permesso di tornare a vivere normalmente. «È così che noi trapiantati consideriamo questo dono che riceviamo: trapianto = vita nuova», spiega Colli alla Gazzetta. Solo dopo alcuni anni è riuscito a praticare l’attività fisica e a ricevere anche l’idoneità agonistica. Sono così rinate le sue passione sportive giovanili per il tennis e il calcio. Dopo mesi di allenamento, è partito per l’Australia per coronare un sogno.

«Quando ho ricevuto questo prezioso regalo (il rene, ndr) mi sono ripromesso che avrei dovuto trovare il modo di ringraziare la persona che mi aveva ridato la vita. Ecco che, grazie ad Aned (Associazione nazionale emodializzati dialisi e trapianto Onlus, ndr), ho partecipato ad alcuni Giochi nazionali, diventando per due volte campione italiano di tennis. Poi ho preso la decisione di accettare l’invito per i Mondiali con la Nazionale. Come avrei potuto ringraziare il mio donatore? Vincendo una medaglia. Quest’anno le medaglie sono state due, e questo è stato davvero incredibile. Devo ringraziare mia moglie e i miei figli, parenti e amici, ma anche l’amministrazione comunale di Montecchio che ha sostenuto e condiviso questa mia avventura. Il messaggio che tutti noi vogliamo portare avanti è che servono donatori: tutti possiamo diventarlo, basta un consenso per salvare fino a sette vite. Io, se non fosse per il mio donatore, oggi non sarei qui», conclude Colli.

Gianni Serra

Anche Gianni Serra è stato sottoposto al trapianto di rene. Il 4 dicembre 2020, in piena pandemia, entrò in sala operatoria al Sant’Orsola di Bologna per ricevere un rene donato da suo fratello Enrico. Fratelli uniti da un legame di sangue e anche dalla passione per il basket. E dal 2020, uniti anche dal trapianto.

«Prima non sapevo nemmeno dell’esistenza di Aned – racconta Gianni Serra – . Subito dopo l’operazione ho preso il patentino da allenatore. Ho allenato in serie D, ma non volevo smettere di giocare. Dopo un anno sono andato dal mio medico e ho detto: “Voglio ricominciare”. È stato lui a farmi conoscere Aned. Poi ho trovato il numero di telefono di un partecipante della squadra della Nazionale di basket trapiantati, e da allora sono entrato nel team e anche nel mondo del volontariato».

Come Luca Colli, anche Gianni Serra ha partecipato al Mondiali per dimostrare quanto sia importante il “sì” alla donazione. Anche Gianni è tornato dal Mondiale con le medaglie l’oro nel basket che nella pallavolo.

Luca e Gianni sono un esempio di quanto sia importante la pratica dello sport anche per pazienti con patologie importanti e di come nella vita non ci si debba mai arrendere.l

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