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Il blitz

Fatture false, 87 nuovi indagati e 34 perquisizioni in tutta Italia

Ambra Prati
Fatture false, 87 nuovi indagati e 34 perquisizioni in tutta Italia

Coinvolta la birra Forst. Il procuratore: «Reggio Emilia riferimento nazionale»

21 aprile 2023
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Reggio Emilia Dalle fatture false per i piccoli artigiani edili all’offerta di “pacchetti” finanziari illegali rivolti alle grandi aziende di tutta Italia, questi ultimi clienti e utilizzatori della falsa fatturazione per aggiustare il bilancio, gonfiare i costi e ridurre le tasse. Un bel salto. Tra le aziende finite sotto la lente dei finanzieri figura perfino a Forst, la birra di Bolzano.

«Il sistema delle false fatturazioni trova in Reggio un punto di riferimento nazionale», ha detto il procuratore capo, Gaetano Calogero Paci.

In questo periodo tiene banco la polemica sul “secondo livello” del maxi processo contro la ’ndrangheta nostrana Aemilia, quello politico, che non è mai stato toccato. Si è arrivato invece al “secondo livello” economico con l’operazione “Consequence”, sviluppo di Billions. L’operazione è scattata all’alba di ieri, quando un centinaio di uomini della Guardia di Finanza di Reggio Emilia e della Squadra Mobile (gli stessi che avevano indagato in Billions), coordinati dal pm Giacomo Forte, hanno notificato il decreto di sequestro preventivo a 87 indagati, eseguendo perquisizioni a raffica a carico di 34 di questi.

Gli indagati a piede libero sono tutti legali rappresentanti di aziende situate fuori provincia, in parte incensurati, in parte nomi noti, in particolare di origine cutrese. Tutti devono rispondere, a vario titolo, del reato di dichiarazione fraudolenta mediante l’utilizzo di fatture false o altri documenti per operazioni inesistenti (l’articolo 2 del Dl 74/2000 della normativa penale tributaria): non c’è l’associazione a delinquere come in Billions, ma il reato non è affatto bagatellare, visto che la pena prevista va dai 4 agli 8 anni di reclusione. I finanzieri del Nucleo Pef (polizia economico finanziaria), guidati dal tenente colonnello Maria Di Domenica, hanno eseguito il sequestro – anche per equivalente – firmato dal gip Luca Ramponi per un controvalore di 11,5 milioni di euro, bloccando pure conti correnti.

Il prologo dell’operazione di ieri risale a metà del 2020, quando è stata scoperchiata un’associazione a delinquere – formata in egual misura da calabresi e da reggiani – finalizzata a una montagna di fatture false e reati fiscali (riciclaggio e bancarotta fraudolenta), tramite 28 società cartiere, per un giro illecito di 240 milioni di euro. Sui 200 indagati iniziali, nel dicembre scorso sono state condannate in primo grado 61 persone.

È da qui che è partito l’approfondimento delle Fiamme Gialle: dall’assunto che l’intera documentazione emessa dalle ditte cartiere dei condannati fosse, in automatico, fasulla. Si è quindi seguito quel filo d’Arianna per risalire agli “utilizzatori finali” delle fatture. Gli inquirenti hanno accertato che il gruppo delle fatture false, radicato nel Reggiano, aveva fatto il salto di qualità sfruttando al massimo il meccanismo di maxi frode di Billions. Gli esperti cartieristi si erano specializzati «nel mettere a disposizione, in modo professionale e massivo, servizi finanzieri illegali» con una parvenza lecita in modo «da permettere al beneficiario delle fatture false di garantirsi il profitto caratterizzato dal risparmio d’imposta» dei «passivi fittizi»; in cambio la società cartiera intascava una percentuale.

Stavolta l’attenzione degli inquirenti si è concentrata su chi comprava quelle fatture false. Aziende di ogni tipo, con sede fuori in ben undici regioni (anche se quattro perquisizioni sono avvenute nel reggiano): 14 in provincia di Parma, 14 in quella di Modena, 11 in provincia di Verona, 5 a Bologna, 4 in quella di Mantova, oltre che Bolzano e Crotone. I 34 legali rappresentanti perquisiti (su 87) sono stati selezionati in base alla «pericolosità fiscale», cioè alla maggior frequenza e importi delle fatture false: le posizioni sono variegate, si va da un minimo di 100mila euro di provento illecito presunto a un milione di euro.

Per la Forst è indagata Margherita Fuchs, 78 anni, presidente dal 2015 del birrificio e insignita nel maggio del 2022 del titolo di cavaliere del lavoro dal presidente Sergio Mattarella. Secondo l’ordinanza del gip Ramponi, nel 2014 Fuchs avrebbe beneficiato di fatture per operazioni inesistenti per oltre 100mila euro emesse dalla Ips, una società con sede a Roma formalmente attiva nel commercio all’ingrosso di imballaggi, ma definita negli atti una «cartiera pura». Avvalendosi della Ips, l’indagata «ha realizzato un profitto pari, per come calcolato dalla Gdf, a 43.607 euro».

Nel Parmense figura la Fer.Gas Srl e la CGR Costruzioni Srl; nel Bolognese la ditta di imballaggi Antonio Celia; nel Modenese la Ri.Bo Ceramiche Srl, ma non mancano cooperative e perfino un’agenzia investigativa ora in liquidazione. Gli imprenditori erano consapevoli di quanto stavano acquistando? Secondo gli inquirenti sì, ma il quadro accusatorio dovrà reggere in aula e le difese sono pronte a dare battaglie per dimostrare l’estraneità nei propri assistiti l