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La sentenza

Uccisero Ilenia Fabbri: ergastolo confermato per il killer e l’ex marito che l’ha ingaggiato

Pierluigi Barbieri interrogato dal PM Angela Scorza in Corte d'Assise a Ravenna nell'ambito del processo per l'omicidio di Ilenia Fabbri, la 46enne sgozzata il 6 febbraio nel suo appartamento di Faenza, Ravenna, 19 gennaio 2022.
ANSA/ FABRIZIO ZANI
Pierluigi Barbieri interrogato dal PM Angela Scorza in Corte d'Assise a Ravenna nell'ambito del processo per l'omicidio di Ilenia Fabbri, la 46enne sgozzata il 6 febbraio nel suo appartamento di Faenza, Ravenna, 19 gennaio 2022. ANSA/ FABRIZIO ZANI

Duro il sostituto procuratore: «Delitto con modalità feroci, brutali e disumane»

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Rubiera La Corte di Assise di Appello di Bologna ha confermato le sentenze di primo grado di ergastolo per l'ex marito di Ilenia Fabbri, Claudio Nanni, e il sicario - reo confesso - Pierluigi Barbieri di Rubiera.

La 46enne fu sgozzata il 6 febbraio 2021 nel suo appartamento di Faenza, in provincia di Ravenna. Accolta quindi la richiesta del sostituto procuratore generale Antonella Scandellari che in una dura requisitoria aveva evidenziato come Nanni, l’ex marito della vittima,«ha iniziato a uccidere la moglie prima del 6 febbraio 2021. Ha iniziato con privazioni economiche. La donna era ben consapevole, conscia dei suoi diritti e non ha rinunciato a farli valere legalmente, non solo per sé ma anche per la figlia. Il movente di Nanni, tanto banale quanto logico, era di togliere di mezzo la moglie per cessare il mantenimento anche della figlia, e infine vendere la casa».

Quanto al killer reo confesso: «Barbieri si è prestato a uccidere la Fabbri, persona che non gli aveva fatto nulla e che conosceva seppur sommariamente, solo per denaro. Questa è la verità». Ed infine ha sottolineato la brutalità dell’omicidio, compiuto con azioni «feroci, brutali, disumane», simili «a un film di Tarantino, senza mai un passo indietro, mai un ripensamento, solo un crescendo di furia».

Il difensore del presunto mandante aveva chiesto l'assoluzione dall'accusa di omicidio pluriaggravato. Quello del sicario reo confesso, ha chiesto una perizia psichiatrica oltre al riconoscimento delle attenuanti generiche per via della collaborazione fornita alle indagini. È quanto emerso nel corso delle arringhe.