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Folla commossa all’addio al pilota, la vedova: «Grazie, siete tanti»

Ambra Prati
Folla commossa all’addio al pilota, la vedova: «Grazie, siete tanti»

Barbara Bonvicini ha elencato le forze dell’ordine impegnate nelle ricerche

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Reggio Emilia Un addio partecipatissimo, commosso e affettuoso ma anche «molto riservato com’era Ivano», ha detto la vedova Barbara Bonvicini. C’erano almeno duecento persone ieri mattina al funerale di Ivano Montanari, 61 anni (ne avrebbe compiuti 62 il 26 agosto), il pilota reggiano di ultraleggeri “sparito” sull’Appennino modenese e ritrovato un mese e mezzo dopo, al culmine di una faticosa ricerca e soccorso.

Il 28 gennaio il pensionato con la passione per il volo, residente a Due Maestà, decollò per fare foto panoramiche alle 11.20 dal campovolo a bordo dell’ultraleggero da turismo Evektor della scuola Top Gun, di cui era socio da circa cinque anni. Mezz’ora più tardi comunicò che sarebbe rientrato per avverse condizioni meteo: la visibilità era troppo scarsa. Invece sparì insieme al segnale del velivolo: e da allora di lui non si seppe più nulla fino al 5 marzo, quando una squadra del Soccorso alpino intravide qualcosa in un canalone, tra Sant’Annapelago e il Lago Santo. Erano i resti dell’aereo, precipitato – secondo quanto emerso dalla doppia inchiesta – a causa delle ali ghiacciate; all’interno il corpo senza vita del pilota, sul quale è stata eseguita l’autopsia.

«Barbara non ha voluto conoscere l’esito dell’autopsia: preferisce non sapere certi dettagli», ha detto un parente. I coniugi, unitissimi, non hanno avuto figli e tutti i presenti si sono stretti intorno a Barbara, che in piedi all’esterno delle onoranze Reverberi ha letto un foglio di ringraziamenti.

«Grazie alla prefettura di Modena, ai volontari, ai vigili del fuoco, al Soccorso Alpino, alla Guardia di Finanza e a tutte quelle persone comuni che si sono date da fare per trovare l’aereo. Un grazie alla mia famiglia, agli amici, alle associazioni e a tutti coloro che hanno reso omaggio a Ivano. Spero di non aver dimenticato nessuno. Grazie a tutti, siete venuti in tanti a salutarlo». Difatti erano presenti i numerosi amici che hanno condiviso negli anni i molteplici interessi di Ivano Montanari: dagli aeromodellisti ai motociclisti, dai piloti ai barcaioli, fino a una rappresentanza dei vigili del fuoco di Reggio. «Abbiamo partecipato all’operazione di ricerca e recupero regionale – hanno detto questi ultimi – Ci pareva giusto partecipare».

«Faremo un’offerta benefica a una delle forze dell’ordine delle ricerche», ha annunciato Lorena Davoli, presidente della Top Gun Fly School Asd.

«È il mio miglior amico – usa il presente, Giacinto Melegari – Basta guardarsi intorno: Ivano è riuscito a farsi voler bene in tutte le compagnie che ha frequentato».

«Ivano aveva un’eleganza innata e un sorriso sornione: pareva uno di quegli attori della Hollywood anni ’50 – è il ricordo di Fabrizio Coppa, pilota per diletto che talvolta ha volato con Montanari – Aveva una capacità aggregante, affrontava le situazioni con leggerezza ma anche con scrupolo. Chi vola mette in preventivo l’eventualità di una disgrazia, ma lui era l’ultima persona che pensavo potesse mettersi in pericolo». Quando il feretro è partito alla volta del cimitero di Coviolo, dove resterà in attesa della cremazione, è partito un lungo e liberatorio applauso. l