La Regione approva la costruzione della diga di Vetto
Tolto il riferimento al volume di 100 milioni di metri cubi Inserito l’uso plurimo, come chiesto dal centrosinistra
Vetto Con una risoluzione bipartisan, la Regione Emilia Romagna, “storicamente” refrattaria alla costruzione di un invaso sull’Enza, ha detto sì alla diga di Vetto, dicendosi disposta ad aumentare – si presume in modo considerevole – il volume di capienza dell’opera rispetto a quanto ipotizzato solo due anni fa dall’Autorità di bacino distrettuale del Po, una delle Autorità istituite dal Ministero dell’ambiente.
Di fronte ai cambiamenti climatici degli ultimi anni e alla crescente siccità, la Regione, in Assemblea legislativa ha approvato a maggioranza, anche coi voti Pd, una risoluzione presentata dal civico di centrodestra Marco Mastacchi.
La risoluzione
La risoluzione presentata ieri dal capogruppo di Rete civica-Progetto Emilia Romagna Marco Mastacchi alla presidente dell’Assemblea legislativa Emma Petitti e alla giunta regionale chiedeva alla giunta di valutare opportunamente la realizzazione della diga di Vetto considerando gli usi plurimi e un invaso di grandi dimensioni: 100 milioni di metri cubi, così come prevedeva il “progetto Marcello” degli anni ’80 del secolo scorso. Usi plurimi significa non solo l’utilizzo irriguo dell’acqua, che limiterebbe fortemente la potenzialità della diga. Alla risoluzione si è aggiunto un maxi-emendamento con cui è stato tolto il riferimento al volume di 100 milioni di metri cubi ed è stato inserito l’uso plurimo, come chiesto dal centrosinistra. Emendamento firmato da diverse forze politiche: oltre che da Mastacchi, da Stefania Bondavalli (lista Bonaccini) e dai consiglieri Pd Andrea Costa, Matteo Daffadà, Massimo Bulbi e Pasquale Gerace (Pd). Emendamento che chiedeva di confermare la volontà della Regione di realizzare un invaso ad uso plurimo prendendo a riferimento le risultanze dello studio sulle esigenze idriche della Val d’Enza, che ha la finalità di attuare le strategie atte a conciliare disponibilità e domanda di risorsa idrica, accelerando l’interlocuzione con il governo per ottenere le risorse economiche necessarie.
Due obiettivi
Sono due gli obiettivi: realizzare la diga prima possibile, e realizzarla nelle giuste dimensioni, necessarie a risolvere tutti i problemi, accogliendo tutte le opportunità che possono emergere da una analisi realistica che tenga conto degli usi plurimi.
«Il risultato che si vuole ottenere con l’approvazione di questa risoluzione – ha precisato Mastacchi nel corso della presentazione dell’atto all’Assemblea – è quello di far sì che gli studi che sono in corso tengano conto di tutte le opportunità che derivano da un investimento epocale come questo, e che si parli in particolare di usi plurimi e non solo di utilizzo irriguo, che limiterebbe fortemente la sua potenzialità».
Passaggio storico
«Questo è un passaggio storico – ha aggiunto Mastacchi –. Dopo tanti anni, si sta concretizzando la possibilità di sbloccare una situazione che il territorio attende da tempo. Non dobbiamo assolutamente sprecarla realizzando un’infrastruttura che risolve solo parte dei problemi che, come ho detto, sono sotto gli occhi di tutti».
Le prospettive
Se la votazione sblocca la diga a Bologna, resta da capire che cosa accadrà da ora in poi in termini concreti, soprattutto per quanto riguarda la tempistica. Al di là dello studio di fattibilità, che si presume richiederà molti mesi, se non alcuni anni; poi la progettazione della diga richiederà anni. E occorrerà trovare i soldi per costruire l’invaso: alcune centinaia di milioni di euro.l