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Ansia scolastica, Crepet: «Un’emergenza sociale»

COMMEMORAZIONE CADUTI LAVORO ANMIL.PAOLO CREPET
COMMEMORAZIONE CADUTI LAVORO ANMIL.PAOLO CREPET

Lo psichiatra e sociologo commenta il report della Regione Emilia Romagna: «La solitudine digitale amplifica questi fenomeni»

19 gennaio 2023
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Reggio Emilia «I dati che emergono da questa indagine non devono scandalizzare, se qualcuno si stupisce significa che vive su Marte. Siamo davanti non ad un’emergenza psichiatrica ma ad un’emergenza sociale con ripercussioni psicologiche». È quanto afferma Paolo Crepet sull’analisi del report diffuso dalla Regione, che delinea un quadro a tratti preoccupante sulla condizione degli adolescenti.

Il noto psichiatra, sociologo, educatore e saggista definisce «inquietanti» i risultati di questa statistica che evidenzia il senso di disagio, rabbia e solitudine che attanaglia parte degli adolescenti, in particolare nell’ambito scolastico.

«Aspetti – spiega Crepet – che vengono ulteriormente amplificati dalla solitudine digitale. Cosa succede se i giovani, dalla mattina alla sera, sono davanti ad un telefono? Diventano zombie, destinati a trascorrere un’adolescenza zombie. Certo, non tutti, dipende dal contesto familiare dal quale provengono. Ma ci troviamo davanti a ragazzi incattiviti. E mi arrabbio io a mia volta perché mi chiedo cosa si faccia per questi giovani in termini di politiche di inclusione».

La riflessione di Crepet coinvolge sia la società che la politica. «Da professionista con oltre 35 anni d’esperienza – aggiunge – sono un po’ stanco di commentare risultati come quello di questa indagine, quando poi al centro del dibattito pubblico prendono posto altri temi. Davanti ad una sintomatologia chiara, mi si vuole dire come si vuole affrontarla, cosa si vuole fare? Non pretendo una risposta dalla politica, ma chiedo ai cittadini: cosa volete dalla politica? Per quanto mi riguarda, sui giovani ho presentato alla Regione Emilia-Romagna un progetto che sinora è rimasto nei cassetti. L’idea che ne stava alla base era la creazione di un centro sperimentale per il disagio adolescenziale, che parte dalla positiva esperienza che avevo vissuto a Correggio, oltre vent’anni fa, dove ero consulente di un progetto con più attori, tra cui la Neuropsichiatria, che affrontava questi problemi. C’è un altro spunto che mi sta particolarmente a cuore: in un contesto in cui il consumo di droga è aumentato in modo spaventoso, mi aspetto una risposta altrettanto spaventosa. Intendiamoci, il problema non è il rave party, il problema è quello che avviene ogni giorno nelle nostre città, Reggio Emilia compresa, dove la droga circola liberamente. Certo il rave fa notizia perché vi si assembrano migliaia di persone contemporaneamente, ma quanto avviene nelle varie piazzette dei centri storici deve preoccupare, e invece avverto un silenzio mostruoso».

Nell’ambito di questo confronto non può restare escluso il mondo scolastico. «È necessario – sottolinea Crepet – investire maggiormente nella formazione dei docenti e nell’autonomia scolastica. Cosa intendo? Che un istituto deve avere la necessaria autonomia rispetto alle famiglie rispetto alle “invasioni” sul metodo educativo. Più una scuola ha identità, più è forte e autorevole nei confronti degli studenti. Per arrivarci occorrono anche investimenti in questo comparto, che a mio avviso non devono necessariamente limitarsi alla sfera pubblica: perché non si possono costruire scuole con fondi privati? Il mio sogno è quello di vedere scuole finanziate dai grandi gruppi industriali italiani: questo vorrebbe dire regalare felicità ai ragazzi. La scuola è un’istituzione sociale che merita piena considerazione e non può essere un luogo triste. Penso ad uno splendido asilo che avete dalle vostre parti, a Guastalla, l’asilo “balena” dell’architetto Mario Cucinella: un capolavoro ecosostenibile realizzato a seguito del terremoto del 2012. Un’opera a mio avviso eccezionale, ma c’è voluta una tragedia per arrivare a costruirla. Perchè in Italia siamo abituati ad agire sulle emergenze e non alla progettualità. Ma al giorno d’oggi nelle scuole l’emergenza per i nostri ragazzi è continua, per loro la terra trema tutti i giorni». l

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