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Finanziere arrestato per una mazzetta: l’inchiesta da una segnalazione anonima

Ambra Prati
Finanziere arrestato per una mazzetta: l’inchiesta da una segnalazione anonima

L’anno scorso la soffiata su un misterioso militare infedele, poi individuato nel 58enne Cifarelli

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Reggio Emilia Una segnalazione anonima, risalente all’anno scorso, in cui si denunciavano gli affari illeciti (fatture false ed evasione) di un imprenditore e veniva tirato in ballo un pubblico ufficiale: all’epoca un mister “X” senza volto. Tramite l’approfondimento della cerchia di conoscenze dell’imprenditore e di altri privati si è risaliti al finanziere infedele. È stato questo l’antefatto dell’indagine della Guardia di Finanza coordinata dalla procura che ha portato all’arresto, il 2 dicembre scorso – tramutato nella misura dei domiciliari venerdì 9 dal gip Luca Ramponi – di Cosimo Cifarelli, 58 anni, il finanziere di Reggio Emilia colto in flagrante dai colleghi mentre intascava una mazzetta di duemila euro in auto alla rotatoria del casello autostradale, dove aveva fissato un incontro con un imprenditore reggiano 71enne. L’indagine, in fase preliminare, prosegue: gli inquirenti vogliono accertare se si sono verificati altri episodi fotocopia e invitano gli imprenditori, che hanno avuto a che fare con il militare in passato, a farsi avanti e a denunciare.

La vicenda delicata vede al momento tre indagati. L’unico al quale è stata applicata la misura cautelare è Cifarelli – sospeso dal servizio da circa un mese –, accusato di cinque reati: corruzione per atto contrario ai doveri di ufficio; induzione indebita a dare o promettere utilità (punibile con la reclusione da sei anni a dieci anni); rivelazione ed utilizzo di segreti di ufficio; falsità materiale commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici; soppressione, distruzione e occultamento di atti veri. Nei guai – denunciati e indagati a piede libero – l’imprenditore reggiano di 71 anni, titolare di una storica azienda di componenti oleodinamici, accusato di induzione indebita a dare o promettere utilità (rischia fino a tre anni di carcere); e un professionista reggiano coetaneo (non presente alla consegna della mazzetta, il suo ruolo è ritenuto complesso), che deve rispondere di corruzione. Tutti e tre gli indagati si conoscevano da tempo e si frequentavano all’interno di una ristretta cerchia.

L’imprenditore reggiano, tutelato dall’avvocato Rita Gilioli, ha dichiarato di essere stato «usato» e ha addossato le responsabilità al militare, che a suo dire avrebbe preteso del denaro in modo pressante in cambio di una protezione da future verifiche, non è chiaro se reali o millatante. In realtà l’indagine è partita nel 2021 da una segnalazione; solo che stavolta veniva ventilato il coinvolgimento di un militare infedele, un nominativo misterioso che avrebbe potuto essere chiunque e che non veniva mai nominato dai soggetti noti. I controlli incrociati sono quindi partiti dalle frequentazioni dell’imprenditore e del professionista, che ha subìto le perquisizioni di vari luoghi nella sua disponibilità. Secondo l’avvocato difensore Nicola Tria il consulente finanziario, con studio in città, «ha ricevuto una notifica di informazione di garanzia, ma non è stato interrogato e non ha reso nessuna dichiarazione». Eppure, secondo gli inquirenti, il consulente avrebbe avuto un ruolo non secondario. Tramite una serie di controlli incrociati e di intercettazioni sui reggiani, i finanzieri sono risaliti al presunto corrotto: appunto Cifarelli, un collega in servizio nel loro stesso comando da oltre trent’anni.

L’incontro fissato al casello è stata l’occasione perfetta per cogliere i due sul fatto: ricordiamo che il reato prevede una pena sia per il corrotto che per il corruttore.

Cifarelli, originario di Matera, laureato a Bologna, ha trascorso tutta la sua vita professionale nella nostra città; l’ultimo incarico nel Nucleo Operativo. A Reggio è conosciutissimo soprattutto come allenatore di squadre dilettantistiche di calcio; una passione che l’ha portato di mezza provincia (le ultime sono state la Vianese e la Fides di Ospizio). Nel 2005 ha fondato un’associazione per un aiuto psicologico e legale ai padri separati.