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Dentista rubierese in Togo. Missione: ridare il sorriso

Luca Giuseppe Murrone
Dentista rubierese in Togo. Missione: ridare il sorriso

Enrico Spallanzani in Africa con l’associazione Aviat: «I loro ringraziamenti ti fanno dimenticare la stanchezza»

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Rubiera «È molto più quello che ricevo da queste persone di quello che do: i sorrisi, le espressioni di gratitudine nella loro lingua, mi fanno dimenticare la fatica giornaliera». Il dentista rubierese Enrico Spallanzani, dal 2 novembre scorso, insieme ad altri colleghi medici e infermieri, si trova in Togo. Resterà nel Paese africano fino al 20 per prestare cure mediche gratuite a chi altrimenti non avrebbe modo di riceverle. Spallanzani, che è anche presidente dell’Associazione italiana donatori organi di Reggio Emilia, non nasconde la fatica, ma anche la soddisfazione.

Insieme a lui ci sono Gianfranco Mirri di Imola, Lucia Amidei di Vignola, Stefania e Enrica Romanelli di Foligno, Federica Laghi di Faenza e Monica Padovani di Fontanelice: tutti medici e infermieri membri dell’Associazione volontari italiani amici Togo (Aviat), una onlus bolognese fondata nel 2005. «Ti scrivo tutto quando torno dal villaggio. Ora devo lavorare». Ci dice quando proviamo a contattarlo una prima volta. «Il motivo di questo viaggio – racconta poi il dentista quando trova un attimo di tempo – è aiutare le persone di un Paese nel quale la gente non si può curare perché non esiste un sistema sanitario pubblico come da noi. Questo per un italiano può essere difficile da comprendere». Il ministero italiano degli Esteri, nella sezione dedicata ai viaggi, definisce «molto carente» il livello dell’assistenza sanitaria, sia pubblica che privata. del Paese africano.

«I primi due giorni siamo stati in un Centro della salute del Togo. Qui vanno a partorire le donne dei villaggi vicini. Abbiamo lavorato ininterrottamente dalle 9 fino alle 17. Personalmente ho fatto 33 estrazioni e 3 otturazioni. Dopo così tante ore ti senti stanco ma anche felice» racconta. Oltre alla sua professionalità, il medico ha portato diversi prodotti del nostro territorio da donare. «Naturalmente del Parmigiano – spiega Spallanzani – ma anche salame, aceto balsamico, marmellate, Nutella, palloncini, giochi, matite, biro, scarpine e ciabattine per bambini, oltre a materiale dentistico, spazzolini e dentifrici».

Inoltre l’Associazione Aviat ha comprato un “riunito” odontoiatrico portatile (con aspiratore e trapano) che può essere utilizzato quando è disponibile la corrente elettrica o in alternativa un generatore. L’Aviat, durante la missione dove è coinvolto anche Spallanzani, farà due pozzi in villaggi interni e porterà aiuti materiali a tre orfanotrofi e a strutture scolastiche che sono finanziate dall’associazione. Basta tutto questo in un paese dove molti bambini sono denutriti?

A rispondere a questa domanda quasi provocatoria è lo stesso medico Spallanzani che dice: «I pazienti che entrano in ambulatorio spesso hanno molti problemi, ma dal momento che noi volontari abbiamo poco tempo a disposizione dobbiamo concentrarci sulle urgenze. Poi, dopo questa parentesi, per loro ritorna la normalità del non potersi curare. Mentre preparavano le cose da portare nel primo villaggio che abbiamo visitato, si ragionava sui bimbi denutriti e su quanti giorni di alimenti saremmo riusciti a lasciare. Poi abbiamo valutato il fatto che avremmo visitato altri villaggi, con gli stessi problemi, e quindi ci siamo resi conto che avremmo dovuto razionare gli alimenti. Magari ti viene da pensare: a cosa serve tutto questo se poi dopo ritorna tutto come prima?». Prima dei saluti il medico rubierese conclude il suo racconto con una riflessione: «Quello che facciamo è una piccola goccia nell’oceano. Ma come diceva Madre Teresa di Calcutta senza quella piccola goccia l’oceano non sarebbe lo stesso... Ora devo andare. È arrivato il tempo di donare, ma soprattutto ricevere».