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Il lutto

Addio alla staffetta Lidia Greci, fu la prima assessora a Reggio Emilia

Gabriele Farina
Addio alla staffetta Lidia Greci, fu la prima assessora a Reggio Emilia

Lottò per gli asili nella città del Tricolore ai tempi di Malaguzzi

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Reggio Emilia Antifascista, socialista, divorzista. Ma anche consigliere, primo assessore donna della città del Tricolore, esponente di spicco dell’Unione donne italiane (oggi Unione donne d’Italia o Udi), maestra di scuola e insegnante di vita.

Lidia Greci era una donna di carattere, appassionata di politica e rivolta alle nuove generazioni. La staffetta partigiana reggiana se n’è andata a 93 anni nel sonno, raggiungendo il marito Effrem Paterlini (socialista e figura di riferimento della cooperazione reggiana) e il figlio Marco (storico).

Il nastro si riavvolge e torna alla mente di chi l’ha conosciuta alla cerimonia del Primo Maggio 2022 a Casa Bettola. Allora Greci aveva incontrato decine di giovani, che le avevano riservato una sorpresa musicale.

Nel centro culturale erano risuonate in suo onore le note dell’Armata Rossa, il coro di Casa Bettola. Un tuffo nel passato per l’insegnante e politica reggiana, che negli anni Settanta poteva ascoltare a Mosca le marce dell’Armata Rossa ai tempi dell’Unione Sovietica.

La musica ha accompagnato le fasi dell’esistenza di Lidia Greci, nata nel 1929 a Sant’Ilario, diventata partigiana al confine con il Parmense e poi una grande politica prima nel Reggiano e in seguito a livello nazionale.

«Nel mio tragitto nella città ducale passavo di fianco a un grande condominio che era divenuto la sede della Polizia politica tedesca, ove venivano portati – ricordava la santilariese nei “Racconti partigiani” dell’Anpi – gli antifascisti arrestati e sottoposti a interrogatori e torture. Passando di fianco a quel fabbricato io dovevo cantare, vicino alle finestre delle cantine, una canzone e se ricevevo risposta con analogo canto significava che il detenuto in questione era ancora vivo».

La staffetta partigiana aveva 14 anni quando con Anna Mazzali ed Elio Manzotti si imbattè in un posto di blocco nazista. Le due donne riuscirono a passare, il partigiano santilariese (nome di battaglia Kira) fu ucciso a 22 anni nell’eccidio di Vercallo.

«Questo fatto turbò profondamente la leggerezza dei miei 14 anni – aggiungeva Greci – perché mi resi conto che io e la mia amica avevamo passato un pericoloso posto di blocco senza intoppi, mentre per il giovane, senza saperne le ragioni, il destino fu la fucilazione».

Sopravvissuta alla seconda guerra mondiale, Greci è diventata maestra, è entrata nell’Udi e ha mosso i primi passi in politica nel Partito socialista italiano. Il percorso include gli incarichi come consigliere comunale a Sant’Ilario e a Reggio nel 1956, quando l’insegnante ha festeggiato i 27 anni.

Nel 1972 ha fatto l’ingresso nella Sala del Tricolore come assessore all’Assistenza nella giunta guidata da Renzo Bonazzi, all’ultimo mandato da sindaco prima delle tre legislature da senatore, sempre come espressione del Partito comunista italiano.

Greci è stata tra le figure che hanno contribuito al modello degli asili reggiani. «Abbiamo potuto estendere il contributo ad alcuni asili dell’Udi – ripercorreva Greci, intervistata dalla docente tedesca Sabine Lingenauber – perché le famiglie povere non erano solo quelle che mandavano i bambini dal parroco, ma erano anche quelle che mandavano i bambini alle altre scuole».

La professoressa ha condotto con la collega Janina Von Niebelschütz e la collaborazione Istoreco il progetto “Le donne e le scuole di Reggio Emilia”, dando risalto alla figura di Greci negli anni di Loris Malaguzzi e Nilde Iotti.

Una posizione di rilievo che la maestra partita da Sant’Ilario ha avuto sia come iscritta a Istoreco sia come rappresentante dell’Udi. La gavetta nel Reggiano le ha consentito, passo dopo passo, di affermarsi dapprima in Emilia Romagna, poi in Italia e in Europa.

Negli anni Settanta Greci ha difeso il diritto all’aborto ancor prima della legge 194 del 1978 sull’interruzione volontaria di gravidanza. Da esponente nazionale dell’Udi era a favore del divorzio, dell’educazione sessuale, del rifinanziamento degli asili nido e dello scioglimento dell’Onmi, l’Opera nazionale maternità e infanzia, che proponeva un modello centralizzato di gestione.

Greci è intervenuta anche nel consiglio italo-sovietico su “La donna e i problemi sociali della maternità”, tenutosi nel 1973 a Mosca, e alla marcia per la pace del 1967 con cui la città del Tricolore chiedeva la fine della guerra in Vietnam.

Convinta antifascista, l’insegnante ha sposato Effrem Paterlini, socialista come lei e cooperatore reggiano, da cui ebbe due figli.

Alla memoria dello storico Marco, figlio della coppia, è stato intitolato il Polo archivistico di Istoreco. Nel 2016 Lidia Greci ottenne la Medaglia della Liberazione durante la Festa della Repubblica.