Riscoprire Villa Magawly
Amministratori e cittadini al lavoro per aprire al pubblico la dimora. Servono fondi e volontari. L’esempio è quanto avvenuto a Villa Levi
Reggio Emilia Tra via della Canalina e via Dimitrov, nella zona un tempo conosciuta come Nebbiara, si trova una villa antica con una folta vegetazione che ha sempre suscitato negli abitanti del quartiere un’irresistibile attrazione. Molti si sono aggirati negli anni lungo la recinzione ammirando ciò che tutti si sono abituati a chiamare “bosco” per l’imponenza maestosa delle piante. Però riuscivano solamente a sbirciare attraverso il cancello, senza potere esplorare quel luogo incantato.
Per la prima volta il varco è stato aperto ai comuni cittadini sabato 3 settembre, quando vi ha fatto ingresso un folto gruppo di persone attratte dalla curiosità e più o meno disposte a collaborare al progetto di consentire la visita e la frequentazione del parco nelle giornate e negli orari concordati fra la proprietà e il Comune. Se l’idea si concretizzerà villa Magawly seguirà, con molte limitazioni in più, l’esempio di villa Levi di Coviolo.
Il suo vasto polmone verde sarà periodicamente a disposizione dei reggiani e soprattutto dei volontari che vorranno prendersene cura. È stato un pomeriggio indimenticabile per chi ha partecipato alla prima apertura al pubblico dell’affascinante dimora signorile, che il Comune ha fatto coincidere con l’esordio della quinta edizione della rassegna musicale itinerante affidata all’associazione culturale Pocket in collaborazione con Wave, Arci e Idee di gomma.
Dalla scalinata della villa si sono diffuse le note del trombone di Daniele Nardi e del clarinetto di Giovanni Pignedoli, che hanno eseguito un repertorio di musica classica, jazz, rock, tango e funk. La gente, seduta sul prato antistante, ha assaporato le sonorità insieme allo scorcio di un ambiente prezioso rimasto sostanzialmente immutato nei secoli.
Il progetto delle aperture è stato spiegato da Lucia Piacentini, la consigliera comunale del Pd che l’ha concepito. Chiara Panizzi, addetta all’omonima biblioteca comunale, ha illustrato a sommi capi la storia della villa.
Ugo Pellini, il botanico esperto di alberi, ha mostrato da lontano e descritto i più significativi esemplari vegetazionali di un’area che dovrà essere messa in sicurezza prima di permettere il transito nei vialetti di questo romantico giardino all’inglese, abbellito anche da un ponticello e da una caratteristica ghiacciaia.
La villa prende il nome dalla famiglia che ancora la possiede e un tempo era proprietaria anche del terreno attiguo alla limitrofa via della Canalina, tra via Portella delle Ginestre e via Gozzi, trasformato poi dall'uso agricolo a quello residenziale con l'insediamento dal 1960 del Villaggio degli Architetti e delle altre ariose residenze che lo caratterizzano.
Sono rimasti liberi dalle costruzioni solamente il lungo viale d’accesso alla villa, fiancheggiato da pioppi cipressini, le due fasce laterali, acquisite dal Comune con il nome di parco Magawly, e il prato adibito al tiro con l'arco.
Quella dei Magawly è l’antichissima famiglia irlandese dei Mac Awley. Il ramo italiano proviene da Filippo Magawly Cerati, che in età napoleonica si trasferì a Parma e poi divenne uomo di stato e consigliere intimo della duchessa Maria Luigia. Tra i suoi discendenti si annovera il conte Giuseppe, il quale sposò Marianna Cassoli, erede di questa villa d’origine cinquecentesca.
Era una dimora di campagna già appartenente ai Fogliani e poi ai Benaglia. Nel secolo scorso ne era proprietario Valerio Magawly, la cui vedova Eletta Gualerzi ha intrattenuto affabilmente gli ospiti sabato 3. L’attuale proprietario è il conte Patrizio, nipote di Valerio. La villa è un grande fabbricato che conserva nel piano nobile affreschi del Cinquecento attribuiti a Giovanni Giarola, allievo del Correggio, o ad Orazio Perucci, allievo di Lelio Orsi, oltre a dipinti dell'Ottocento. Vi sono annessi edifici rustici. Il parco è ricco di specie autoctone ed esotiche, tra cui un vecchio Spino di Giuda, querce monumentali e ciuffi di canne. Purtroppo soffre di una lunga incuria.
Per diventare accessibile richiede un costoso intervento per eliminare i rami e le piante pericolanti, ripulire e riordinare i percorsi. Successivamente sarà indispensabile il lavoro dei volontari per la manutenzione e la pulizia ordinarie. La condizione preliminare è una convenzione fra la proprietà e il Comune. La consigliera Piacentini, figlia del celebre architetto, ha preso contatti a tale scopo con la famiglia Magawly e con gli assessori Lanfranco De Franco, Carlotta Bonvicini e Daniele Marchi.