«Ragazzi stop, niente raduno»
I Maranza di Reggio annullano l’annunciata adunata ai Petali prevista oggi pomeriggio Il dietrofront postato su Intagram: «Volevamo solo divertirci, non fare casino»
Reggio Emilia «Era un account per divertimento però quelli del comune l’anno presa come rissa dai ragazzi niente casini finiamola qui lo so volevate raduno però loro pensano che noi facciamo danni no vogliamo solo divertirci». Lo hanno scritto così, senza punteggiatura (e sì: in “anno”, manca pure una “h” all’appello), quasi fosse un flusso di pensieri, uno sfogo verbale indirizzato a un pubblico che certo non si sarebbe soffermato sulla “formalità” grammaticale. Questo il messaggio condiviso giovedì sera, intorno alle 21, su Instagram, in una cosiddetta “storia” (che non è altro che un contenuto temporaneo che resta visibile solamente per 24 ore dal momento della pubblicazione) dal gruppetto di giovanissimi che qualche giorno fa si è registrato sui social come “Reggio Maranza”.
Un dietrofront arrivato in serata dopo il “polverone” scatenato quello stesso giorno da un messaggio con cui questi “Maranza” di casa nostra (certo non sono gli unici, dato che con il termine indica un vero e proprio “stile di vita” a tutto tondo) invitavano ad un raduno ai Petali, chiamando a raccolta centinaia di ragazzi che in pochi giorni erano diventati seguaci del loro profilo.
“Chiamata” che non era sfuggita alla Digos, in allerta alla luce dei fatti spiacevoli accaduti quest’estate in altri raduni organizzati da giovanissimi che si erano dati appuntamento proprio sui social.
Atti di vandalismo, risse e accoltellamenti: questo il bilancio del 2 giugno a Peschiera del Garda, le cui rive si sono riempite di circa 2mila ragazzi, quasi tutti provenienti dal territorio lombardo. A Reggio Emilia la paura, infatti, è che si sarebbe potuto replicare lo stesso “copione”.
Sempre ai “Maranza”, i cosiddetti nuovi tamarri virali, soprattutto su TikToK, si imputa anche il problema della sicurezza a Riccione di cui si è tanto parlato negli ultimi mesi e che ha portato il rapper Emis Killa a scagliarsi contro questi gruppi di giovanissimi.
Ma i “Reggio Maranza” su Instagram, sempre rivolgendosi ai propri seguaci (quasi 900 in appena tre giorni), ma giustificandosi chiaramente con un pubblico ormai più ampio, tra cui la Digos, hanno tranquillizzato: «Ragazzi fate i bravi, se quelli del comune vedono questa storia noi volevamo solo divertirci ai petali no fare casino picchiare rissa ecc. Volevamo divertirci ma voi avete rovinato va bene così senza evitare casini».
Volendo poi scongiurare il protagonismo di qualsiasi altro Maranza reggiano, nel loro “passo indietro” scrivono «non fate casino sennò danno la colpa a noi anche se volevamo divertirci pacificamente».
La storia successiva, infine, lascia presupporre che molti seguaci non abbiamo preso bene la notizia dell’annullamento del raduno e che abbiano tentato di convincerli a mantenerlo: «Ragazzi basta niente raduno».
Voleva essere solo una goliardata, dunque?
Certo quali fossero le loro reali intenzioni non è dato a sapere (in fondo accanto a questa prima narrazione dei “Maranza” come giovanissimi, soprattutto nordafricani, propensi a delinquere, ce n’è un’altra legata semplicemente al loro particolare abbigliamento – ad esempio l’immancabile borsello firmato –, ai gusti musicali e al modo di atteggiarsi) ma l’attenzione ai loro “movimenti” resta alta.
A lanciare l’allarme sul raduno era stata “Reggio Emilia Identitaria – Movimento Nazionale”.
«I reggiani sono stanchi , troppo stanchi, di sentirsi ostaggio a casa loro, di sentirsi in pericolo anche solo andando per negozi», aveva attaccato il gruppo neofascista derivato da Forza Nuova, sostenendo di essere venuti a conoscenza (senza tuttavia specificare in che modo) di numerose conversazioni dove si parlava di furti nei negozi e aggressioni con armi da taglio». l