Credem segna un utile record e premia gli azionisti
Risultato netto a 352,4 milioni (+74,8%) grazie anche all'incorporazione di Caricento. Dividendo 0,30 (+50%) per un ammontare di 100 milioni
REGGIO EMILIA. Il Credito Emilia nel 2021 immagazzina nelle sue casse l’utile più alto della sua storia, 352 milioni di euro - in crescita del 74,8% rispetto al 2020 - e premia gli azionisti con una dividendo a 0,30 centesimi (0,20 nel 2021), livello che non veniva toccato dal 2008, ultimo scampolo della sbornia finanziaria mondiale interrotta poi dal tracollo delle banche d’affari e dei subprime. L'anno la cedola staccata era stata di 20 centesimi, l'anno precedente non era stato invece distribuito per le indicazioni che la Bce aveva dato.
Tempeste che hanno sempre riguardato in maniera marginale una banca come il Credem, di media dimensione ma di solide basi, che ha fatto dell’affidabilità sua e della sua clientela la cartina di tornasole in questi anni segnati da scossoni e incertezze. «I risultati del 2021 confermano la capacità del Credem di affrontare efficacemente la complessità del contesto economico che stiamo vivendo» ha dichiarato ieri il direttore generale di Credem, Nazzareno Gregori, a commento dei numeri del bilancio 2021, e «che segna il miglior risultato della storia del gruppo».
Ieri il consiglio di amministrazione della banca reggiana ha dato il via libera infatti ai risultati consolidati preliminari del 2021. L’utile record è stato influenzato positivamente dalla contabilizzazione degli effetti della fusione per incorporazione della Cassa di Risparmio di Cento, una delle poche operazioni di crescita perseguita per linee esterne dal Credem, soluzione usata col contagocce nella sua storia in quanto banca estranea agli appetiti che caratterizzano - non sempre con i ritorni sperati - il settore italiano.
Nonostante gli ultimi due anni siano stati segnati al livello sistemico dall’incertezza del Covid, gli indicatori per il Credem sono tutti positivi nel 2021: il margine di intermediazione si attesta a 1,3 miliardi rispetto a 1,2 miliardi dell’anno precedente (+11,2%), con le commissioni nette che ammontano a 696 milioni (+20,7%). I costi operativi salgono a 782,6 milioni (+10,9%), mentre il cost/income è stabile al 58,5%. Il gruppo registra a fine 2021 un Cet1 ratio pari a 13,70%. «La solidità patrimoniale - si legge nella nota emessa dopo il cda presieduto da Lucio Zanon - la qualità dell’attivo e gli ottimi risultati raggiunti, tenuto anche conto della mancata distribuzione della cedola nel 2019 a seguito delle raccomandazioni dell’autorità di vigilanza in relazione agli eventi pandemici, consentono di prevedere la distribuzione di un dividendo pari a 0,30 euro per azione, in crescita del 50% rispetto all’anno scorso». Un dividendo che vale un ammontare di 100 milioni di euro, il 75% del quale andrà a Credem Holding, il salotto finanziario reggiano che comprende anche la famiglia Maramotti.
Nel corso dell’anno, prosegue Gregori, «abbiamo attuato numerose iniziative che, anche in linea con i principi fondanti del Pnrr, permetteranno di supportare la crescita di famiglie e imprese. I progetti che siamo riusciti a realizzare sono stati resi possibili grazie alla capitalizzazione degli investimenti fatti in passato ed alle scelte lungimiranti che ci hanno consentito di anticipare i tempi riuscendo sempre a garantire un’efficace flessibilità del business e dell'offerta alla clientela. Ma il merito, conclude, va soprattutto «alle persone del gruppo che hanno ideato e realizzato tali piani grazie all’elevato senso di responsabilità, allo spirito di squadra che ci contraddistingue».
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