Giancarlo Beltrami porta ai Chiostri il presepe più amato dai reggiani
Reggio Emilia, l’inaugurazione prevista per il Natale dell’anno prossimo. Dal 2012 le scene sono accatastate in un magazzino
REGGIO EMILIA. Pochi reggiani si erano rassegnati alla scomparsa del presepe di Giancarlo Beltrami, in cui si riconosceva l’espressione idealizzata della nostra vecchia cultura popolare e contadina, da sottrarre all’oblio grazie a una contemplazione ammirata e in qualche caso nostalgica. Molti esulteranno alla notizia che sarà ricostruito nella sede più degna e prestigiosa, i chiostri di San Pietro. L’inaugurazione è prevista per il Natale dell’anno prossimo, sempre che non s’aggiungano ritardi nei lavori e nella raccolta dei fondi privati destinati ad integrare l’impegno finanziario del Comune.
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L’idea aveva preso corpo un anno fa, quando Mariafrancesca Sidoli, assessore alla Valorizzazione della città storica, aveva individuato un'ampia sala nel seminterrato dei Chiostri e vi aveva effettuato un sopralluogo insieme a Beltrami e ai tecnici del Comune. Il riserbo è stato squarciato lunedì scorso, quando l’assessora ha risposto positivamente a un’interrogazione dei consiglieri di maggioranza che sollecitavano il riallestimento della splendida raffigurazione natalizia sfrattata più di dieci anni fa dalla chiesa di San Nicolò, poi smontata nel settembre 2012 e accatastata in un magazzino a Borzano di Albinea.
Già tre anni fa il consiglio comunale aveva approvato un ordine del giorno che incaricava la Giunta di «esplorare la possibilità di trovare sedi idonee per il presepe di Beltrami all'interno di palazzi o edifici cittadini adeguati ad accogliere il manufatto e a renderlo fruibile alla cittadinanza». La ricerca fu intrapresa allora dal sindaco presso gli enti e i privati disposti a collaborare.
La mozione proposta due giorni fa dai consiglieri del Pd Giuliano Ferrari e Cinzia Ruozzi impegna la Giunta a «trovare una destinazione definitiva nel centro storico della città per i diorami di Beltrami che ne valorizzi la qualità culturale ed artistica, possibilmente offrendo la possibilità alla cittadinanza o ai turisti di visitare la mostra anche nei periodi non natalizi».
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La soluzione era maturata da tempo e Mariafrancesca Sidoli ne ha illustrato il cammino. La sua premessa è la convenzione firmata il 9 gennaio 2019 dal Comune con la parrocchia di San Pietro per disciplinare gli impegni reciproci nel quadro dei lavori di restauro dei Chiostri, che confinano con l’oratorio parrocchiale. In sostanza la parrocchia cede una scala e il Comune le concede una sala.
«Fra gli impegni del Comune – ha spiegato l'assessora – vi era quello di richiedere al competente ministero dei Beni e delle Attività culturali e del Turismo l’autorizzazione a concedere in uso alla Parrocchia il locale seminterrato dei Chiostri, ovvero a rilasciare in concessione gratuita d’uso detto locale, per destinarlo a finalità di interesse della collettività, per la durata di 29 anni».
Si è quindi prospettata la collocazione definitiva del presepe in quel luogo secondo gli auspici del suo autore, che, desiderandone la permanenza nel centro storico, ne aveva rifiutato la sistemazione in altre sedi, come la chiesa di Salvarano e la Reggia di Rivalta.
«Va reso noto e dato atto – ha sottolineato l’assessora – che il signor Beltrami, con grandissima generosità e spirito di riconoscenza verso la sua città, che lo ha molto amato ma anche deluso, intende donare le scene del Presepe che andranno inserite negli spazi dei Chiostri, garantendo la fruibilità dell’opera in maniera permanente, cioè visitabile in ogni momento dell’anno e non solo in occasione del Natale, offrendo la sua competenza e la sua conoscenza nella gestione della manutenzione dei manufatti e rendendosi disponibile ad insegnare attraverso laboratori scolastici e cittadini la sua sapienza artigiana e intuizione artistica. Tutti siamo consapevoli dell’importanza che questa opera riveste per gli ambienti, paesaggi, spaccati di vita riprodotti e come ritratti dal passato in una grande e composita rappresentazione del territorio reggiano». —