Gazzetta di Reggio

Reggio

Addio ad Amedeo Davoli, storico ristoratore reggiano

Leonardo Grilli
Addio ad Amedeo Davoli, storico ristoratore reggiano

Punto di riferimento per chi ama la gastronomia, celebre è rimasta la sua Tavernetta di via don Andreoli e i suoi mitici panini come il “sottomarino”

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REGGIO EMILIA. Chi negli anni ’60 viveva o frequentava Reggio Emilia, e aveva la passione per il buon cibo o la buona compagnia, non poteva non conoscerlo. Amedeo Davoli rappresenta un pezzo storico della ristorazione reggiana, una figura che rimarrà anche ora, dopo la sua morte. Dopo una vita dedicata alla cucina, al lavoro e alla famiglia, Davoli è morto lunedì mattina a 90 anni alla Madonna dell’Uliveto, lasciando un gran vuoto nei suoi familiari: la moglie Mirella Baldi, conosciuta da tutti come Carla, i figli Marco ed Enrico e i nipoti Davide e Giovanni.

Davoli, nato da una famiglia dedita alla ristorazione da quattro generazioni, dopo un piccolo passaggio come calciatore della Reggiana è sempre stato in cucina. Ha iniziato da giovane nel ristorante dei suoi genitori, l’allora Campana di via Toschi, per poi trasferirsi negli anni ’50 a Caracas dove ha aperto un altro ristorante e dove sono nati i suoi due figli. Tornato a Reggio negli anni ’60, ha poi aperto il bar Dei Mille, uno fra i primi in circonvallazione. Ma la vera svolta è arrivata negli anni ’70, quando Davoli acquisisce un locale già celebre, La Tavernetta di via don Andreoli, e la trasforma in un punto di riferimento per la ristorazione cittadina.

Famosi resteranno i suoi panini come il “sottomarino (pane lungo a forma di siluro, salsa verde unita con la maionese, carciofini, peperoni, olive e cetriolini, una fetta di acciuga e ancora una fetta di manzo lesso o di arrosto o della lingua salmistrata) o il “tartufato”, la prima birra alla spina di Reggio o la prima sangria. Dopo l’84 Davoli passa quindi all’Aquila d’oro di via Emilia e infine al Pozzo assieme ai figli, che lo gestiscono tutt’ora.

«Nostro padre era una persona divertente – racconta Marco Davoli – e generosa. Ha avuto una vita molto dura, lavorava anche 18 ore al giorno con un’energia che non si sapeva dove la tirasse fuori. Ci ha lasciato un grande senso del dovere». I funerali si svolgeranno questa mattina a Coviolo in forma privata.