25 aprile, le celebrazioni a Cavriago dopo il blitz nazi-fascista
CAVRIAGO – “Ringrazio tutti coloro - associazioni, istituzioni, semplici cittadini e cittadine -, che nella buia giornata di ieri (24 aprile) hanno voluto stringersi intorno alla comunità cavriaghese, così offesa e ferita da un grave gesto ignobile”. Con queste parole la sindaca di Cavriago, Francesca Bedogni, ha esordito nel suo discorso ufficiale durante l’omaggio ai cippi e ai monumenti ai caduti per il 25 aprile. Ha ringraziato i cittadini, i dipendenti del Comune, Anpi, Associazione Culturale Carmen Zanti, Alpini che, insieme a tanti cittadini, si sono impegnati per celebrare il 75mo della liberazione seppur in modo insolito, per via dell’emergenza sanitaria. In particolare un ringraziamento speciale è andato a Livio Piccinini, il partigiano Delinger, “la cui presenza e la cui esperienza sono per noi, da sempre, fonte di ispirazione”.
“Questo è il mio primo 25 Aprile da sindaco, lo celebro con emozione e un po’ di timore reverenziale nei confronti dei nostri resistenti che hanno combattuto e in molti casi hanno dato la vita per la libertà, la democrazia, la giustizia del nostro paese”, ha proseguito. Col cuore di una mamma, ha chiesto: “Siete in grado di immaginare, dal calore accogliente e sicuro delle vostre case, in una giornata di festa come oggi, vostro figlio o vostra figlia di neanche 20 anni, strappati al sogno di una vita felice, dispersi sulle montagne e in costante pericolo di vita, al freddo, alla fame, senza poter sapere niente di loro per mesi, impegnati a combattere una battaglia contro un nemico spaventoso e crudele in nome di valori e diritti da guadagnare col sangue per le future generazioni?”. E ha aggiunto: “Se penso ai nostri figli, anche mia figlia, con opportunità migliori, coccolati, protetti… faccio davvero fatica a vederli calati in quella realtà mostruosa. Eppure quei giorni ci sono stati. Ci sono state madri che hanno vissuto quei giorni, figli che hanno vissuto quei giorni”. Ha fatto perciò un parallelo tra il mondo al tempo della guerra e il mondo di oggi: “Nel mondo in cui viviamo oggi, fortunatamente, ormai distante anni luce, da quella realtà terribile, è talmente difficile avere l’esatta percezione di ciò che accadde 75 anni fa che il pericolo dell’oblio, o peggio della rimozione, è sempre in agguato. Per questo la memoria diventa pietra angolare nella nostra crescita personale e di comunità. Perché quei giorni sono stati e nessuno deve, oggi o in futuro, poterlo negare o riscriverne lo svolgimento. Quei giorni sono stati”. Ha ricordato che, prima del 25 aprile del ’45 ci sono stati i giorni neri della dittatura fascista, “neri come le svastiche del Reich”. Ci sono stati giorni rosso sangue della lotta partigiana, “rossi come la passione ed il coraggio”.
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E, dal 25 aprile, grazie al sacrificio di quelle ragazze e quei ragazzi, “c’è stato il sapore inebriante della libertà conquistata bianca, rossa e verde come il nostro tricolore. In quei giorni, in una lotta senza colore politico, si contrapponevano antifascisti e fascisti. Questa è la linea che ha tracciato la storia. Questa è l’unica divisione che il 25 aprile impone a tutti noi. In questo senso, sì, il 25 aprile divide. Divide i fascisti da chi crede nella democrazia e nella Costituzione. Chi prova a dire il contrario non ha ancora fatto i conti con la storia ed è pericoloso per il futuro del Paese”, ha sottolineato così il perché, oggi, a 75 anni di distanza, siamo qui e continueremo a festeggiare il 25 aprile ogni anno. Certo, oggi il 25 aprile, assume un significato speciale. “Ma non credo che dobbiamo rattristarci perché non siamo insieme oggi, in piazza, a festeggiare. Perché sono certa che siamo più vicini che mai nel rinnovare i nostri propositi ed i nostri sforzi per dare gambe e cuore ai valori figli della resistenza e ai valori della Costituzione”.
Cavriago è medaglia di bronzo al valore militare, con 223 partigiani, 18 staffette partigiane, 40 donne dei gruppi di difesa donna, di cui tre medaglie d’argento al valore militare (Rosina Becchi, Bruna Davoli, Clarice Pina Boniburini), una croce al valor militare (Carmen Zanti), due Costituenti (Nilde Iotti e Don Giuseppe Dossetti) e un Giusto fra le nazioni (Don Enzo Boni Baldoni). “Una comunità intera contro il fascismo. Oggi come allora”, ha concluso.
La parola è passata a Massimo Vaccari, presidente di Anpi Cavriago, che ha ricordato che solitamente interveniva Livio Piccinini, durante questa cerimonia. “Sta bene e vi saluta tutti”, ha precisato. Ha poi ringraziato coloro che hanno permesso comunque di celebrare in questa situazione il 25 aprile. “Il Covid 19 – ha aggiunto - ci ha portato a essere tutti distanti e voglio ringraziare tutte quelle persone di tutta Italia e di tutto il mondo che si stanno spendendo, anche mettendo la loro vita a repentaglio per curare gli altri”. E ha aggiunto: “E’ doveroso ricordare la festa della Liberazione e rendere omaggio alle nostre partigiane e partigiani, alle staffette, a chi si è opposto al fascismo, ed è stato arrestato e torturato, alla popolazione che anche a Cavriago è stata un aiuto fondamentale alla resistenza, offrendo cibo, ospitalità e collaborando come poteva. E’ importante farlo anche quest’anno per continuare ad alimentare il senso di comunità. i valori della resistenza e dell’antifascismo, anche e soprattutto in un periodo come questo”.
Durante la giornata si è cercato di tenere vivo il ricordo attraverso la pubblicazione sulle pagine social istituzionali e di Anpi e Associazione Carmen Zanti, attraverso video su personaggi, eventi e luoghi della resistenza a Cavriago.
Superate stamattina le 500 firme di sottoscrizione al documento di sdegno verso le svastiche che hanno imbrattato ieri vari luoghi di Cavriago