Solimè, richieste centuplicate per il gel dell’azienda reggiana
CAVRIAGO
«La richiesta del gel probabilmente è centuplicata , ma dobbiamo capire se si stabilizzerà. Noi però non ci siamo svegliati dall’oggi al domani, il nostro prodotto era già sul mercato. Ma con l’emergenza Coronavirus ci è stato chiesto un aumento di produzione immenso che fatichiamo a soddisfare per intero». Andrea Solimè, membro della nota famiglia di erboristi, da settimane è alle prese con un cambio di paradigma. La storica azienda erboristica che produce con 50 dipendenti a Cavriago soprattutto per conto terzi, alla scomparsa dagli scaffali del gel marchiato Amuchina è stato travolto da una valanga di ordini. Questo perché l’azienda reggiana produce già dal 2010 un gel disinfettante per le mani, un tipo di prodotto diventato introvabile dopo l’esplosione del contagio. Basta fare un giro nelle farmacie di Reggio, dove il gel Solimè è diventato la risposta a chilometri zero, per poter soddisfare la richiesta locale. «La richiesta con l’emergenza è diventata fortissima. La nostra forza è riuscire a dare il prodotto in quantità, nel minor tempo possibile per sostenere le richieste e contenendo anche i costi e il prezzo di vendita. Il problema semmai sono le forniture che vengono dall’esterno. Prima tra tutte i flaconi, la cosa più difficile da trovare. Ormai li compriamo a scatola chiusa e non abbiamo nemmeno la possibilità di contrattare il prezzo». Anche in questo caso l’impresa si è dovuta inevitabilmente concentrare sul nuovo segmento di mercato. «L’erboristeria è il nostro core business, così come lo sono gli integratori alimentari. Ma ormai il gel ha assorbito parte consistente della nostra produzione salendo anche nella quota di fatturato. Stiamo comunque cercando un criterio: questi sono i classici picchi di lavoro che portano anche a grandissimi errori di investimento. Bisogna capire a che quota si stabilizzerà per adeguarci». —
E.L.T.
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