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Bomba a Borgo Visignolo, tre avvisi di garanzia

Bomba a Borgo Visignolo, tre avvisi di garanzia

Si tratta di un 49enne di Palmi, un 53enne di Oppido Mamertina e un 44enne di Vibo Valentia. Fu un atto intimidatorio nei confronti di un commerciante modenese per la restituzione di 5mila euro

10 marzo 2020
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BAISO. Era la notte del 29 luglio 2017 quando un ordigno dinamitardo esplose davanti all'ingresso di un'abitazione di Borgo Visignolo, un piccolo borgo sulle colline reggiane, nel comune di Baiso. Una forte deflagrazione che causò danni seri all'edificio, una villetta con due unità abitative che era in affitto a un commerciante modenese. Fortunatamente, nessuna persona rimase coinvolta nell’esplosione: in quel preciso momento l'abitazione era vuota. 
 
Sul posto oltre ai vigili del fuoco, che dichiararono lo stabile inagibile a causa degli ingenti danni, intervennero anche i carabinieri del nucleo operativo della compagnia di Castelnovo Monti con i colleghi del nucleo investigativo del comando provinciale di Reggio Emilia. 
 
Da subito viste anche le modalità attuative l’esplosione fu ricondotta a un atto intimidatorio rivolto al commerciante modenese. Le attenzioni investigative furono concentrate su tre calabresi un 49enne di Palmi, un 53enne di Oppido Mamertina e un 44enne di Vibo Valentia. Ora la Procura reggiana ha emesso a carico dei tre indagati l’avviso di conclusione delle indagini preliminari e l’informazione di garanzia sul diritto della difesa, notificata ai diretti interessati dagli stessi carabinieri. 
 
Il grave atto intimidatorio creò grande allarme sociale tra la tranquilla popolazione del piccolo centro montano reggiano. Pesanti come un macigno le accuse contestate ai tre indagati nei 4 capi d’imputazione riportati nell’avviso della conclusione delle indagini preliminari: concorso nei reati di detenzione e porto di esplosivo detonante ad alto potenziale di tipo dinamite gelatina, innescato da un detonatore da cava attivato da una miccia, crollo di costruzione dolosa per aver provocato ingenti danni all’edificio oggetto della deflagrazione (portone d’ingresso divelto, scoperchiamento tegole, danneggiamento suppellettili interni), danneggiamento aggravato e tentato estorsione. 
 
I tre sono accusati di avere portato in luogo pubblico esplosivi che utilizzarono per provocare la deflagrazione del domicilio del commerciante modenese, cagionando gravi danni all’abitazione, e con lo scopo di indurre la vittima a restituire 5.000 euro; i soldi erano stati consegnati ai commercianti perché si intestasse fittiziamente un bar, in un’area di servizio del modenese già di proprietà di una società riconducibile agli indagati. Circostanza che non si concretizzava, per la desistenza da parte della stessa vittima.