Rubertelli resta con la Lega e insidia la leadership
Candidata da Giorgetti senza il placet di Vinci ora rilancia: «Basta ai personalismi, a destra si vince uniti e con i moderati»
REGGIO EMILIA «Resto in Sala del Tricolore ma anche nella Lega, convinta che il partito debba esprimere un’anima moderata e che la destra debba andare avanti ma tutta unita». Cinzia Rubertelli sta scompigliando il Carroccio emiliano, i cui vertici avevano inquadrato la sconfitta in Emilia-Romagna passando da una politica sovranista a una posizione più moderata. E Rubertelli, consigliera comunale a Reggio per una lista civica, è stata pescata a regionali quasi concluse con il placet di Giancarlo Giorgetti, manovratore della Lega nazionale, che l’ha fatta candidare con l’ok di Salvini, scalzando il leader locale, Gianluca Vinci. Una sorta di «commissariamento» anticipato della segreteria guidata dall’avvocato reggiano, diventato ufficiale dopo la sconfitta. Dinamica notevole per chi conosce la storia della Lega di Reggio, che vede riaffacciarsi così anche Giacomo Giovannini, braccio destro di Rubertelli, uscito anni fa dalla Lega in contrapposizione con Vinci. Un partito con dei mal di pancia, che ha mancato la svolta in Regione. Ma se si guarda alla nuova geografica politica conta bandierine in 218 comuni emiliano-romagnoli contro i 110 comuni andati alla sinistra. Chiaro allora che le ambizioni si scatenino anche a destra dopo la sconfitta del ticket Salvini-Borgonzoni che ha proclamato vincitore - anche morale - Stefano Bonaccini.
Rubertelli, lei ha corso con la Lega ma è rimasta fuori dalla Regione. Missione fallita? «Non direi: ho preso 3.080 preferenze di cui 1.300 solo in città a Reggio, un migliaio in montagna e il resto nella bassa. E dopo una campagna per quanto mi riguarda durata solo due settimane e mezzo. L’esperienza è stata personale, autonoma e indipendente dentro la lista della Lega che mi ha dato grande soddisfazione. Mi è dispiaciuto non essere entrata in contatto con tutti i paesi della nostra provincia ma la risposta è stata forte nonostante la candidatura tardiva».
Ma che farà ora con Alleanza Civica? Resterà in consiglio comunale? «Avevo subito chiarito che sarei rimasta in Sala del Tricolore. Non cambia nulla, rimarrò ancorata al programma civico che mi ha portato lì anche in termini di rappresentatività. Sono legata a quel progetto, che è specifico sulla città di Reggio e con un perimetro ben preciso».
Ma rimarrà anche nella Lega? «È un’esperienza molto importante che ho potuto cogliere e auspico di continuare dopo la prova alle regionali, nella speranza che il centro destra abbandoni i personalismi e si lavori finalmente tutti assieme, come fatto nel mio ambito civico e come ho cercato di predicare. La mia ottica è quella dell’ascolto e del dialogo».
Dicono che lei sia stata imposta da Giorgetti e Salvini. «Con Giorgetti condivido certamente l’analisi che ha fatto in questi giorni: serve un focus sulle città e oggi più che mai c’è bisogno di inclusione. La politica deve essere attenta ai temi lanciati dalle persone e deve avere la capacità di risolvere i loro problemi. Serve quindi un fronte unico delle opposizioni. Divisi si perde. Credo di aver colto questo nell’esperienza regionale».
Per chi la sente parlare sembra che stia scalando la Lega emiliana. È così? I commissariamenti potrebbero essere un assist... «Il commissariamento è il segnale di un partito che vuole crescere».
Ma lei sottoscriverà l’associazione Lega Emilia per Salvini Premier fondata da Vinci e Borgonzoni? «Nell’ambito di questa evoluzione non ho aggiornamenti. Certo è un segnale forte ma è solo un inizio. Condivido in termini strategici e nell’ambito del partito occorre interrogarsi sugli errori con delle iniziative».
È ipotizzabile una sua candidatura per la segreteria? «Mi sembra molto prematuro. C’è un partito che ha intrapreso un percorso di evoluzione. Io ben volentieri mi sono messa in gioco per le regionali. Sono solo dispiaciuta per non essere riuscita a rappresentare al meglio l’area moderata. Dal punto di vista strategico io non ho assunto nessun impegno anche perché non mi è stato chiesto».
La sua candidatura aveva già fatto scalpore, però. «È stato un segnale forte che ha stupito il partito».
La Lega sconta un deficit di preparazione politica agli occhi degli emiliani? «Si può migliorare ma bisogna uscire da una logica conservatrice. Sarà premiato chi ha volontà politica per tutti e di tutti». —