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Il boss Grande Aracri insiste «Manuzza? Non sono io»

Enrico Lorenzo Tidona
Il boss Grande Aracri insiste «Manuzza? Non sono io»

Durante l’udienza per gli omicidi del 1992, l’imputato chiede la parola dal carcere Come nel 2015 afferma: «Quel nomignolo riferito a un altro, è scritto negli atti»

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Nicolino Grande Aracri non ne vuole sapere di essere chiamato “manuzza”. Nemmeno “mano di gomma”. Non perché non gli piaccia in sè per sè, «ma perché non sono io quella persona».

Come dire, quindi, che colui che viene indicato tramite quel nome, considerato mandante di reati di alto calibro, non è lui bensì un’altra persona. «Mi dovete scusare – ha detto ieri ossequioso come...