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«Il sistema misto per i rifiuti frena la raccolta differenziata»

«Il sistema misto per i rifiuti frena la raccolta differenziata»

Bini, presidente dell’Unione, sulle percentuali basse nel territorio appenninico «Aspettiamo la gara d’appalto per la gestione del sistema di smaltimento»

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CASTELNOVO MONTI. Ha suscitato reazioni e interrogativi, e ha aperto anche un fronte di dibattito politico, la diffusione degli ultimi dati sulla raccolta dei rifiuti a livello provinciale a Reggio Emilia, in cui si nota un forte divario tra le percentuali raggiunte dai Comuni della Bassa e quelle dell’Appennino, molto più basse. Un aspetto su cui è intervenuto anche il consigliere regionale della Lega, Gabriele Delmonte, spronando i Comuni montani a fare di più.

A rispondere sulla situazione, senza nascondere alcune criticità, è il presidente dell’Unione montana, Enrico Bini: «L’Unione ha portato avanti alcune importanti richieste in sede Atersir (Agenzia regionale per la raccolta dei rifiuti) negli anni scorsi: dapprima abbiamo inoltrato osservazioni al piano d’ambito locale proposto da Atersir per i nostri Comuni. Le osservazioni sono state mandate dopo aver dato incarico a Ezio Orzes, esperto nazionale di gestione rifiuti, per fornire consulenze ai tecnici e amministratori in modo da analizzare i servizi proposti e i relativi piani di gestione. Non tutte le osservazioni sono state accolte favorevolmente da Atersir, ma alcune importanti modifiche erano state apportate: tra queste l’aumento della percentuale di differenziata come obiettivo dei Comuni montani da raggiungere entro il 2020. Inoltre, l’opportunità di estendere il “porta a porta” a vari Comuni montani».

Ma l’applicazione del porta a porta ha però riscontrato alcune difficoltà: «In montagna è applicato un sistema misto che prevede l’attivazione nei capoluoghi e la capillarizzata stradale nelle frazioni. Questo comporta l’opportunità per i cittadini meno interessati alle questioni ambientali di aggirare i regolamenti comunali sui rifiuti portandoli a pochi metri dal centro, nei bidoni stradali. Si tratta di un aspetto preoccupante, che ha comportato un funzionamento non ottimale del servizio e pregiudicato il pieno raggiungimento degli obiettivi. La questione va nuovamente affrontata cercando sia con la Regione che con Atersir di trovare un sistema di gestione dei rifiuti adatto al nostro territorio. Anche l’idea di arrivare alla “tariffa puntuale”, secondo la quantità dei rifiuti prodotti, si scontra con il mantenimento del “sistema misto” attuale: è facile prevedere che, piuttosto di pagare gli svuotamenti, i cittadini si rivolgerebbero ai cassonetti stradali nelle frazioni».

Conclude Bini: «Nel frattempo alcuni Comuni hanno cercato di incentivare l’uso delle stazioni ecologiche attrezzate, attraverso sistemi di “raccolta punti” che portano a sconti sulla bolletta e l’uso delle compostiere, ma non è ancora sufficiente. Stiamo peraltro aspettando la gara d’appalto per la gestione del sistema di raccolta e smaltimento. Anche questo aspetto, per più anni rinviato, dovrebbe aiutare gli amministratori a gestire le aziende con le quali lavorano sui rifiuti, inserendo un sistema di verifica e controllo più adeguato, oltre che porre maggiore attenzione e limiti agli aspetti economici, che negli ultimi anni hanno seguito meccanismi di crescita abbastanza preoccupanti. Da un lato manca ancora la consapevolezza da parte dei cittadini sull’importanza di una corretta differenziata e l’opportunità di porre attenzione alla quantità di rifiuti prodotti fin dal momento della spesa, con la scelta degli imballaggi meno impattanti». —

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