Reggio Emilia, aperto il cantiere per un nuovo negozio di Max Mara in piazza Prampolini
Partiti i lavori, l’inaugurazione è prevista per la prossima primavera. Una scelta, quella del Gruppo, che ha come obiettivo valorizzare l’esagono
REGGIO EMILIA. Lo scorso settembre è stato inaugurato il nuovo flagship store di Max Mara in via Emilia San Pietro facendo della boutique reggiana una realtà che non ha niente da invidiare al negozio di Old Bond Street a Londra.
E ora la maison reggiana torna a investire nella propria città con l’apertura prevista per la prossima primavera di un nuovo negozio in piazza Prampolini, nel palazzo di proprietà dei Maramotti che già ospita l’Albergo delle Notarie, sotto il porticato dove fino a qualche tempo fa c’era una filiale di Unicredit. Il progetto architettonico porta la firma di Mauro Severi mentre sarà l’architetto Duccio Grassi a “disegnare” gli interni.
Quello che aprirà a primavera sarà uno dei marchi di Max Mara, già esistente a Reggio Emilia, che troverà in piazza Prampolini una nuova sede più ampia, attraente e soprattutto centralissima. Vale la pena ricordare che oltre al negozio di Max Mara in via Emilia San Pietro, a Reggio non mancano i monomarca Marella, Pennyblack, Marina Rinaldi, Max&Co tutti quanti distribuiti lungo la via Emilia.
L’apertura del nuovo negozio in piazza Prampolini rappresenta per i Maramotti una scelta ben precisa e assolutamente non casuale. E non è la prima apertura – prescindendo dai negozi d’abbigliamento – all’interno dell’esagono. L’antico palazzo del Carbone nella via anonima, di proprietà dei Maramotti, dall’ottobre del 2016 ospita alloggi a 5 stelle per gli studenti universitari.
E nella stessa via non è passata inosservata l’apertura di un locale molto speciale, The Craftsman “Restaurant & Jazz Club”, dove la musica dal vivo si accompagna a serata a tema con ospiti spesso insoliti e un’atmosfera indubbiamente raffinata. Una scelta, quella degli eredi di Achille Maramotti, che va ancora una volta nel segno della valorizzazione di un centro storico che presenta troppi “buchi”, luoghi dove l’abbandono facilmente si converte in degrado.