Intitolato a Danilo Donati il teatro sociale ritrovato
Omaggio allo scenografo e costumista che vinse due premi Oscar. Il sindaco lo ha ricordato come un grande protagonista
LUZZARA
Il teatro sociale ha anche un nome: teatro Danilo Donati. È recentissima l’intitolazione allo scenografo, costumista, scrittore grande protagonista nella cinematografia mondiale e vincitore di due premi Oscar: il primo nel 1969 per “Romeo e Giulietta” di Franco Zeffireli e il secondo nel 1977 per “Il Casanova” di Federico Fellini.
La cerimonia di intitolazione si è svolta nei giorni scorsi sul palco del teatro alla presenza di Davide Donati, nipote del grande costumista. Il sindaco Andrea Costa, nel suo breve saluto, ha ricordato che dall’inaugurazione del teatro, avvenuta il 6 ottobre scorso, la comunità luzzarese si è ritrovata per un nuovo momento di aggregazione.
«Questo teatro non aveva ancora un nome. L’intitolazione a Danilo Donati è una sorta di risarcimento morale per ricordare un genio celebrato troppo poco sia dopo la sua scomparsa che da vivente, nel corso della sua carriera – ha detto Costa –. È chiaro che questo è solo l’inizio di un percorso su Donati».
Ha preso la parola Elisabetta Sottili, vicesindaco e assessore alla cultura che ha ricordato il lavoro svolto dal centro culturale Zavattini, da Fondazione Un Paese e in particolare dall’ufficio tecnico per rimettere in piedi il teatro sociale tra bandi, finanziamenti per piccoli lavori a stralcio.
Si è arrivati poi al momento di svelare la targa, custodita sotto un drappo rosso, scoperta dal sindaco e Davide Donati. Quindi l'intervento di Marcello Stecco, vicesindaco e assessore alla Cultura del Comune di Gualtieri che ha parlato delle vite parallele di Danilo Donati e Umberto Tirelli, che, all'inizio erano semplici conoscenti ma poi sono arrivati a lavorare insieme.
«Tirelli deve molto a Donati perché fu lui a presentarlo a Luchino Visconti durante le riprese de “La Traviata”» ha detto Stecco, dopo aver ricordato i successi e i premi del grande costumista. Infine l'intervento di Davide Donati che ha parlato del rapporto con lo zio, uomo schivo sia in famiglia che sul lavoro. —
M.P.
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