Reggio Emilia, il pronto soccorso non va in vacanza: a luglio numeri record
In un mese 6.410 accessi contro i 6.195 dell’anno scorso. Laura Trabucco, responsabile del pronto soccorso dell’Arcispedale: «Sono aumentati i codici rossi, 222 casi contro 149»
REGGIO EMILIA. «Se i reggiani sono andati in ferie, noi operatori del pronto soccorso del Santa Maria Nuova non ce ne siamo accorti. I pazienti non sono calati».
È indaffarata la dottoressa Laura Trabucco, responsabile del pronto soccorso dell’Arcispedale, lunedì costretta a «chiamare un medico dall’Obi e a svolgere la funzione di medico aggiuntivo io stessa, aprendo un altro ambulatorio» perché «ci sono ancora 32 persone in coda». Nonostante il calendario segnasse il 13 agosto, proprio a ridosso del ponte ferragostano, «pare una giornata dal ritmo sostenuto, come qualsiasi altro giorno dell’anno».
I numeri del pronto soccorso del più importante ospedale reggiano, da sempre termometro della società, indicano che i reggiani restano sempre più in città nelle feste comandate, o perché le vacanze si sono “ristrette” nella durata per motivi economici o perché scaglionate in altri periodi.
«In agosto stiamo visitando 170-180 persone al giorno: poco meno della media quotidiana dell’anno, che è intorno ai 200», per un presidio ospedaliero che in un anno viaggia oltre i 70mila accessi (72.833 nel 2017).
La statistica del mese scorso conferma il trend di aumento degli accessi. «In luglio (agosto i primi 12 giorni non sono significativi) abbiamo totalizzato 6.410 accessi, rispetto ai 6.195 nello stesso periodo dell’anno scorso – sottolinea Trabucco – L’aspetto che salta all’occhio è legato all’incremento di codici di alta gravità: a luglio 2018 si sono registrati 222 codici rossi, l’anno scorso nello stesso mese erano stati 149. Occorre sottolineare che il codice rosso racchiude tutte le casistiche: non solo traumatici, ma qualsiasi patologia che si presenta ex novo o che si acutizza».
Poiché il pronto soccorso prende in carico solo adulti (quello pediatrico è a parte) i pazienti sono stati «soprattutto anziani e affetti da patologie croniche respiratorie, il ventaglio è ampio. In particolare a fine luglio il caldo ci ha condannato».
Di fronte a questo «incremento di attività del pronto soccorso in luglio e agosto (un trend che in realtà si registra dal 2016, ogni anno l’asticella si alza)», l’organizzazione del personale è rimasta invariata. «Per quanto riguarda le unità infermieristiche, non c’è alcuna variazione rispetto ad altri periodi dell’anno: al mattino 7 infermieri in pronto soccorso più 2 all’Obi, nel pomeriggio 8 più 2 all’Obi, da mezzanotte alle 7 cinque in pronto soccorso e uno all’Obi. Anche gli operatori socio sanitari sono uguali, uno solo in meno (al mattino 4, al pomeriggio 4, di notte 2)».
La variabile che “pesa” è la riduzione dei camici bianchi: uno in meno per ciascun turno, quattro in meno h24. «Di solito i medici sono 4 al mattino, 4 al pomeriggio, 2 di sera e uno di notte che copre Obi e Medicina d’urgenza. Adesso sono in servizio 3 medici al mattino, 3 al pomeriggio, 2 di sera più il dottore all’Obi-Medicina d’urgenza. E quello dell’automedica, che se non ha emergenze sul territorio è a disposizione dell’ospedale: queste due figure sono considerate a rinforzo, in caso di necessità».
Trabucco sottolinea con sollievo che i ranghi ridotti riguardano solo questa settimana. «Da lunedì 13 a sabato 18 agosto, poi si torna alla normalità».