Dagli Usa a Reggio Emilia per salutare la famiglia che l’ospitò 28 anni fa
David Bennet nel settembre ’90 era approdato nella nostra città ospite della famiglia Consolini grazie al programma di scambio “American friends service”
REGGIO EMILIA. Sono quattrocento gli studenti provenienti da ogni parte del mondo, soprattutto americani, che negli ultimi decenni hanno trascorso un anno indimenticabile della loro vita presso una famiglia reggiana, frequentando una scuola superiore della nostra città. E altrettanti reggiani si sono recati all’estero allo stesso modo.
È l’esperienza molto formativa resa possibile dall’Afs (American friends service) – Intercultura, che permette a un giovane di assimilare la lingua, la cultura e i costumi di un altro paese integrandosi in una famiglia che lo adotta temporaneamente come figlio e fratello. Si crea così un legame affettivo destinato perlopiù a durare nel tempo. Tra quei quattrocento, infatti, sono molti coloro che, oltre a tenersi in contatto tramite la corrispondenza, ritornano a Reggio per abbracciare di nuovo i genitori e fratelli acquisiti.
Lo ha fatto in questi giorni, a distanza di ventotto anni, anche David Bennet, che nel settembre 1990 era approdato nella nostra città ospite della famiglia Consolini che aveva un figlio, Matteo, all’incirca della sua età. David veniva dal Kansas.
Allora aveva sedici anni e si apprestava a rimanere per dieci mesi a Reggio, dove avrebbe frequentato la classe terza F dell’istituto d’arte Gaetano Chierici. Negli Stati Uniti si è poi laureato in biologia e si è formato una famiglia.
Nel suo ritorno a Reggio David si è fatto accompagnare dalla moglie Melanie e dai figli Felicity e Charlie. Si può immaginare l’entusiasmo con cui ha rivisto il fratello e i genitori reggiani. Per l’occasione la famiglia Consolini ha radunato gli amici, i volontari di Intercultura e i vecchi compagni di scuola del Chierici.
Molti sono venuti all’appuntamento per rivivere con l’amico americano i momenti più belli e felici dell’anno scolastico trascorso insieme. Intercultura sottolinea il valore di queste esperienze, che segnano positivamente il resto della vita, lasciando una traccia profonda e indelebile.
Si tratta, infatti, di scambi culturali che hanno preparato il terreno della globalizzazione nei suoi aspetti migliori e più produttivi dell’amicizia e della conoscenza.
Ne sono scaturite relazioni durature tra persone di diversi paesi che, arrivando anche ad occupare posizioni di responsabilità, hanno poi contribuito ad arricchire e migliorare i rapporti tra le nazioni stesse. Relazioni come quella di David.