Sanità, la Cardiologia reggiana primeggia in regione
La Rete della Cardiologia reggiana, che serve oltre 550mila persone, è un’eccellenza emiliano-romagnola. Anche grazie alla collaborazione con la Cardiochirurgia del Salus Hospital
REGGIO EMILIA. Chiunque, a Reggio Emilia o in provincia, ha avuto in passato un problema che ha riguardato il cuore lo sa bene: la Cardiologia reggiana è un’eccellenza sanitaria. Un primato conquistato nel tempo e rafforzato da quando le cardiologie del nostro territorio sono state unificate – l’1 gennaio 2017 – sotto un’unica gestione. Un’operazione che ha permesso di avere un’unica regia, guidata dal primario dell’Arcispedale Santa Maria Nuova, Alessandro Navazio.
In sintesi, mentre in passato esisteva un programma che coordinava tre strutture complesse – due a Reggio e una a Guastalla – più tutte le varie sezioni negli altri ospedali della provincia, adesso «l’analisi del flusso dei malati è molto più approfondita – spiega lo stesso primario – e più amalgamata, abbiamo meno fughe di pazienti che si spostano in altre province e un rapporto privilegiato col Salus Hospital, dal quale acquistiamo in ambito cardiochirurgico gran parte delle prestazioni che non siamo in gradi di erogare».
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Ed è questa caratteristica, infatti, un altro dei punti fondamentali che hanno portato questo reparto reggiano all’eccellenza. Se nelle strutture sanitarie pubbliche provinciali non esistono sale operatorie attrezzate per la cardiochirurgia, questa “carenza” viene brillantemente colmata dal Salus, in una fusione fra pubblico e privato pressoché totale e virtuosa. «Il venerdì pomeriggio – prosegue Navazio – si svolge al Santa Maria l’Hard team, il meeting cardiologico al quale partecipano tutti i cardiologi della rete, che siano ospedalieri o privati. In questa occasione discutiamo i casi ai quali stiamo lavorando ed è un imbuto fondamentale per la condivisione e la crescita dei medici. Una garanzia per il cittadino».
Complessivamente il reparto diretto da Navazio conta 41 medici e serve oltre 555mila abitanti: la Cardiologia più grande di tutta l’Emilia-Romagna. Ciò che spicca non è solo la quantità ma, soprattutto, la qualità. All’interno della rete provinciale il cittadino può trovare ogni tipo di attività cardiologica di cui necessiti e sono poche, in Italia, le strutture sanitarie che possono garantire questo servizio.
Tante le eccellenze che meritano una menzione particolare, partendo ad esempio dall’ambulatorio di “follow up” per i pazienti dimessi dopo un infarto miocardico, che prevede la presa in carico per i successivi 12 mesi con visite programmate a 1, 6 e 12 anche in tutte le sedi della rete provinciale (Reggio, Guastalla, Correggio e Castelnovo Monti).
Nelle stesse sedi si può inoltre trovare l’ambulatorio dedicato per i pazienti affetti da scompenso cardiaco mentre, a Reggio e Guastalla, è presente l’ambulatorio di cardioncologia per la valutazione dei pazienti che devono essere sottoposti a terapie oncologiche potenzialmente cardiotossiche.
Infine, ma non per importanza, la Cardiologia pediatrica. Se infatti tutte le operazioni chirurgiche regionali sui bambini vengono effettuate a Bologna, la rete reggiana vanta diversi medici con master specifici in questo ambito.
Tanto che, conclude Navazio, «in futuro si potrebbe pensare di eseguire queste operazioni direttamente a Reggio, magari al Salus Hospital». Diciotto anni come cardiochirurgo nella sanità pubblica, 2.000 interventi effettuati come primo operatore, viceprimario dal 2009 e, dal 3 dicembre 2017, responsabile per contro del Gruppo Gvm del reparto di Cardiochirurgia del Salus Hospital.
IL SALUS HOSPITAL
Vinicio Fiorani, pesarese di origini e mantovano “di adozione”, da circa sei mesi dirige le sale operatorie nelle quali vengono effettuate quasi tutte le operazioni al cuore dei reggiani.
«Questi miei primi mesi a Reggio Emilia – esordisce Fiorani – con i nostri ottimi risultati sono per me di grande soddisfazione e incoraggiamento, conseguenza della perfetta sintonia con Claudia Spezie primario della terapia intensiva, Giovanni Adornini, primario del reparto di cardiologia, con miei cardiochirurghi, anestesisti, cardiologi e con tutto il personale infermieristico della nostra clinica».
E i risultati, in effetti, portano la clinica reggiana al vertice del panorama sanitario italiano. Basti pensare alla mortalità ospedaliera dello 0,5%, a fronte di una media nazionale del 2,8%, o il fatto che la quasi totalità delle valvole mitraliche operate vengono riparate con accesso mininvasivo, un fattore non da poco per la degenza del paziente e la sua aspettativa di vita.
«Sono subentrato, grazie al dottor Alberto Albertini, alla conduzione di una cardiochirurgia d’eccellenza – conclude Fiorani – sarà mio compito proseguire su questa strada e laddove possibile cercare di migliorarla ulteriormente coniugando tradizione e innovazione ma sempre con ottimi risultati clinici, che alla fine è ciò che conta veramente»