La testimonianza di un camionista: «Voleva uccidersi sotto un tir»
Omicidio suicidio di Casalgrande, al vaglio degli investigatori l’allerta lanciata poco prima da un camionista sulla statale
CASALGRANDE. C’è una testimonianza, al vaglio degli investigatori, che racconta della presenza di Luigi Marazzi fuori casa almeno un’ora prima del ritrovamento del suo corpo senza vita nel piazzale della palazzina. Si tratta di un camionista di passaggio che ha raccontato ai carabinieri di aver notato un uomo nei pressi della statale quando ancora non era giorno; di averlo visto sul ciglio della strada e del tentativo dell’uomo di buttarsi sotto il mezzo pesante in transito.
Venerdì mattina era stato lo stesso autista a chiamare il 112 e a segnalare l’accaduto, raccontando della fuga a piedi dell’uomo. Un’ora dopo circa, Marazzi è stato trovato morto nel piazzale della palazzina in cui viveva.
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Questo è uno dei tanti punti da chiarire sull’omicidio-suicidio di venerdì mattina a Casalgrande. E alcune risposte si spera di averle dall’esito dell’esame autoptico, disposto per entrambe le vittime dal sostituto procuratore Giacomo Forte, titolare dell’inchiesta sulla tragedia famigliare che ha portato alla morte di Fulvia Maria Baroni, 63 anni, e del marito Luigi Marazzi, 71.
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A che ora la donna è stata uccisa? E con che cosa? Le risposte potrebbero arrivare dall’accertamento medico legale che con ogni probabilità sarà eseguito già domani. Dallo stesso esame sul corpo del marito si cercherà la conferma della prima ipotesi formulata dal medico legale intervenuto in via Botte: che il pensionato si sia lanciato dall’alto, probabilmente dal tetto della palazzina in cui viveva con la consorte, per trovare la morte dopo aver provocato quella della moglie.
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Il giorno dopo la scoperta della duplice tragedia, è il giorno del dolore ma anche delle domande per la figlia e il genero della coppia, per i parenti e per i conoscenti di due persone descritte da tutti come perbene, ma in difficoltà per l’aggravarsi della malattia degenerativa che da qualche anno aveva colpito la donna.
Le indagini dei carabinieri di Casalgrande assieme ai colleghi del Nucleo investigativo della Compagnia di Reggio Emilia cercheranno, per quanto possibile, di capire se il duplice gesto sia stato in qualche modo premeditato. Il ritrovamento della donna senza vita per i colpi subiti alla testa, a letto, sotto le coperte, fanno pensare che sia stata colpita mentre dormiva.
Cosa è accaduto dall’omicidio della donna al momento in cui l’uomo ha deciso di farla finita, per ora, lo dicono solo alcune supposizioni. I carabinieri sono andati anche a visionare le immagini della videosorveglianza immortalate in zona, anche quelle della banca vicina, per cercare nei fotogrammi la sagoma dell’uomo e tentare di interpretarne i movimenti, qualora sia stato ripreso. Potrebbe in questo arco di tempo aver gettato via l’oggetto utilizzato per uccidere la moglie. Aver cercato di farla finita sotto il camion – se verrà confermato che era lui l’uomo visto dal camionista – e poi essere tornato a casa per buttarsi giù dal palazzo. Per il resto, i due biglietti dell’uomo trovati in casa non lasciano molti dubbi sull’accaduto. Alla figlia sono rivolte parole di scuse per quel duplice gesto dettato dalla sofferenza, dal dolore, dalla difficoltà di andare avanti. Una situazione difficile che in molti conoscevano e che, nell’ultimo periodo in particolare, aveva messo a dura prova l’uomo, visto sempre più spesso affranto, cupo. «Disperato», ha raccontato una vicina di casa apprendendo la notizia della duplice tragedia.
È in questo stato d’animo che chi li conosceva, e ora anche gli investigatori, stanno cercando le ragioni di una tragedia che si è consumata nel silenzio di una palazzina del centro di Casalgrande, a due passi dal municipio. (el.pe / e.l.t.)
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