Gazzetta di Reggio

Reggio

la fiaccolata degli amici 

«Fufu era un artista Reggiane, un luogo indegno e rischioso»

«Fufu era un artista Reggiane, un luogo indegno e rischioso»

REGGIO EMILIA. «È scandaloso che nel 2018 le persone a Reggio Emilia trovino come unica soluzione abitativa le Reggiane, dove Fouad abitava da anni, mettendo in pericolo la propria vita. Vogliamo...

22 febbraio 2018
2 MINUTI DI LETTURA





REGGIO EMILIA. «È scandaloso che nel 2018 le persone a Reggio Emilia trovino come unica soluzione abitativa le Reggiane, dove Fouad abitava da anni, mettendo in pericolo la propria vita. Vogliamo portare il nostro sdegno per le vie della città accogliente che vogliamo».

Con questa motivazione un gruppo di amici di “Fufu” ieri, alla notizia della scomparsa del 32enne, ha organizzato una manifestazione spontanea. Una fiaccolata di protesta con l’obiettivo di accendere i riflettori su quel “buco nero” che sono le ex fabbriche di via Agosti. Un luogo pericoloso, ma spesso l’unico dove passare la notte per «decine di persone marginalizzate». Una massa di “ultimi” che, oltre ad essere senza fissa dimora, sembrano senza volto.

Grazie al passaparola, la fiaccolata «solidale e umana» si è formata alle 19.30 in via Agosti, davanti ai cancelli delle Reggiane, dove sono stati accesi dei ceri con intorno le fotografie di Fufu; poi i manifestanti – tra loro Cosimo Pederzoli – hanno marciato sotto la pioggia con lumi e tamburi verso piazza Prampolini.

Tra i promotori ha preso la parola Sara Bigi, 27 anni, che non entra nel merito delle cause del decesso del 32enne. «Il punto è che Fufu non è stato accolto in una struttura adeguata: nonostante fosse a Reggio da anni, per una serie di situazioni (perdita del lavoro e la mancanza di legami), si era ritrovato a dormire alle Reggiane. Non per questo aveva perso la voglia di vivere, anzi si impegnava per chi era nella sua stessa condizione. Partecipava ad Arte Migrante, gli spettacoli in via Turri, e cercava di organizzare dei pomeriggi musicali dentro le Reggiane; anche due settimane fa ci aveva chiesto di ripetere l’iniziativa, per mostrare che non bisogna mai perdere la speranza. Siamo qui per ricordare un amico, un fratello, un bravissimo musicista: una persona che portava con sé tanta sofferenza e problemi di dipendenza, ma era sempre rimasto solare». (am.p.)