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Reggio Emilia, l’Ausl verso la stabilizzazione di 200 precari

di Luciano Salsi
Reggio Emilia, l’Ausl verso la stabilizzazione di 200 precari

L’accordo prevede la stabilizzazione di 851 lavoratori del servizio sanitario regionale, di cui oltre duecento nella nostra provincia.

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REGGIO EMILIA. Mancano soltanto i bandi delle aziende Usl per dare seguito all'accordo per la stabilizzazione di 851 lavoratori del servizio sanitario regionale, di cui oltre duecento nella nostra provincia. L'Ausl di Reggio, unificata dallo scorso luglio, pubblicherà l'avviso pubblico verso la metà di febbraio contemporaneamente alle altre aziende sanitarie dell'Emilia Romagna.

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I precari interessati avranno tempo trenta giorni per presentare la domanda di assunzione a tempo indeterminato su un numero di posti che nel triennio 2018-2020 arriverà a superare il contingente di 212 stabilito inizialmente per quest'anno sulla base dell'attuale fabbisogno della nostra provincia.

L'intesa era stata firmata lo scorso 28 dicembre a Bologna dal presidente della Regione, Stefano Bonaccini, e dai sindacati Cgil, Cisl e Uil in applicazione della legge Madia sulla pubblica amministrazione. Ne parliamo con Elena Strozzi, segretaria provinciale e responsabile della sanità pubblica e privata del sindacato Funzione pubblica-Cgil.

Come giudicate questo accordo?

«In maniera assolutamente positiva, poichè la stabilizzazione dei lavoratori migliora la qualità del servizio, dando continuità di impiego alle persone che si sono formate qui. Quando ad esempio viene assunto un infermiere nuovo, è complicato assicurargli la formazione necessaria».

Quali figure professionali entreranno in pianta stabile?

«L'accordo riguarda per ora il comparto delle professioni sanitarie e del personale amministrativo, non la dirigenza sanitaria e medica, per la quale si sta predisponendo la stabilizzazione di 160 dirigenti. Nella nostra provincia saranno assunti a tempo indeterminato circa 20 amministrativi, 90 infermieri, 55 operatori socio sanitari e 43 specialisti delle professioni sanitarie. Potrebbero essere persone che hanno lavorato nella nostra provincia anche solo per due giorni, a partire dal 28 agosto 2015. È prevista, però, la priorità per quelle in servizio qui dal 22 giugno 2017».

Lamentate qualche esclusione?

«Avevamo proposto invano la stabilizzazione anche dei lavoratori ausiliari, ma la Regione non l'ha accettata. Nella nostra provincia rimarranno a tempo determinato nove cuochi e un autista. L'Ausl dice che ora ha altri progetti. Non vorremmo che pensasse a nuove esternalizzazioni. L'esperienza insegna che gli appalti non giovano alla qualità del servizio».

E i ricercatori precari degli Istituti di ricovero e cura a carattere scientifico?

«Neppure quelli sono compresi nell'accordo. L'Irccs Santa Maria Nuova ne ha più di settanta, che in genere fruiscono di semplici borse di studio. Il problema è che la legge prevede la stabilizzazione a costo zero. Ciò è possibile negli ospedali, non essendo diverso lo stipendio di un precario e di uno stabilizzato. I ricercatori degli Irccs godrebbero invece di sensibili aumenti passando da una borsa di studio alla retribuzione di un lavoratore dipendente».