Una sede da sogno per la Nuova Castelli
di Luigi Vinceti
Ieri mattina il taglio del nastro nel quartier generale nella zona Annonaria Il gruppo esporta il 70% della propria produzione dagli Stati Uniti alla Russia
3 MINUTI DI LETTURA
REGGIO EMILIA. Inaugurazione in pompa magna, ieri mattina, del nuovo quartier generale della Nuova Castelli, una spa che opera dal 1892 nell’ambito delle specialità casearie, della salumeria e della gastronomia. In pratica un ambasciatore delle bontà “made in Italy” conosciuto in mezzo mondo che continua la sua ascesa ed accentua il radicamento in terra reggiana.
Numerosi i rappresentanti delle istituzioni cittadine che hanno assistito al taglio del nastro accanto all’assessore regionale all’agricoltura, caccia e pesca, Simona Caselli.
A fare gli onori di casa il management della società – recentemente rinnovato – al gran completo che ha poi accompagnato gli ospiti sia alla visita della struttura che sorge in via Galimberti nella zona annonaria, che del vicino caseificio (sono tre in terra reggiana) che da poco tempo è entrato nell’orbita della società.
Prima di ciò, utilizzando un simpatico video, il presidente Antonio Sala ha tracciato un profilo dell’azienda e si è detto soddisfatto trattandosi di «una giornata molto significativa». «Non solo per noi – ha annotato – ma per tutta la comunità locale. Perché la nostra casa simboleggia il nostro impegno a continuare a investire qui a Reggio». Ha quindi ringraziato i presenti fra i quali il prefetto Maria Forte, il questore Isabella Fusiello, il presidente di Unindustria Mauro Severi insieme al direttore Giovanni Roveda, il presidente della Camera di commercio Stefano Landi, il rappresentante del vescovo don Umberto Tagliavini e i rappresentanti della Reggiana Calcio, dalla vice presidente a tecnici e giocatori incuriositi e con la sensazione di trovarsi in uno dei templi del formaggio.
In effetti la Caselli commercializza tutte le specialità che derivano dal latte, da quella dell’area comprensoriale, il Parmigiano Reggiano che costituisce una delle perle, ad altre produzioni tipiche come Mozzarelle di bufala campana, Pecorino toscano, Gorgonzola, Taleggio, Grana Padano.
L’amministratore delegato Luigi Del Monaco ha precisato in proposito che il gruppo esporta attualmente il 70% della propria produzione utilizzando impianti di produzione, stagionatura e confezionamento situati in Italia e Ungheria (per il formaggio a pasta dura) nonché in Polonia e attraverso oltre 20 centri di distribuzione. In questo momento raggiunge mercati internazionali altamente competitivi come gli Stati Uniti, Francia, Gran Bretagna, Scandinavia, Germania, Polonia e Russia.
«I risultati che abbiamo conseguito – ha sottolineato – sono ancor più significativi se consideriamo l’eccellenza dei prodotti che portano il nostro nome e vengono esportati in tutti i mercati nei quali operiamo. Eccellenza assicurata da oltre 3.500 controlli giornalieri compiuti in tutti gli stabilimenti della società e dalle certificazioni di qualità Brc (British Retail Consortium che è standard globale specifico per la sicurezza dei prodotti alimentari) e Ifs (International Food Standard), modello riconosciuto in Europa e nel resto del mondo volto a favorire l‘efficace selezione dei fornitori food e marchio Gdo sulla base di parametri di sicurezza, qualità e conformità alle norme. Nulla è lasciata al caso».
«L’italianità – ha concluso – e il radicamento territoriale vengono estremamente apprezzati nei mercati stranieri; una opportunità unica che continueremo a cogliere anche nella prossima fase di crescita del Gruppo, potenziando sempre di più l’internazionalizzazione dei nostri prodotti di punta».
Numerosi i rappresentanti delle istituzioni cittadine che hanno assistito al taglio del nastro accanto all’assessore regionale all’agricoltura, caccia e pesca, Simona Caselli.
A fare gli onori di casa il management della società – recentemente rinnovato – al gran completo che ha poi accompagnato gli ospiti sia alla visita della struttura che sorge in via Galimberti nella zona annonaria, che del vicino caseificio (sono tre in terra reggiana) che da poco tempo è entrato nell’orbita della società.
Prima di ciò, utilizzando un simpatico video, il presidente Antonio Sala ha tracciato un profilo dell’azienda e si è detto soddisfatto trattandosi di «una giornata molto significativa». «Non solo per noi – ha annotato – ma per tutta la comunità locale. Perché la nostra casa simboleggia il nostro impegno a continuare a investire qui a Reggio». Ha quindi ringraziato i presenti fra i quali il prefetto Maria Forte, il questore Isabella Fusiello, il presidente di Unindustria Mauro Severi insieme al direttore Giovanni Roveda, il presidente della Camera di commercio Stefano Landi, il rappresentante del vescovo don Umberto Tagliavini e i rappresentanti della Reggiana Calcio, dalla vice presidente a tecnici e giocatori incuriositi e con la sensazione di trovarsi in uno dei templi del formaggio.
In effetti la Caselli commercializza tutte le specialità che derivano dal latte, da quella dell’area comprensoriale, il Parmigiano Reggiano che costituisce una delle perle, ad altre produzioni tipiche come Mozzarelle di bufala campana, Pecorino toscano, Gorgonzola, Taleggio, Grana Padano.
L’amministratore delegato Luigi Del Monaco ha precisato in proposito che il gruppo esporta attualmente il 70% della propria produzione utilizzando impianti di produzione, stagionatura e confezionamento situati in Italia e Ungheria (per il formaggio a pasta dura) nonché in Polonia e attraverso oltre 20 centri di distribuzione. In questo momento raggiunge mercati internazionali altamente competitivi come gli Stati Uniti, Francia, Gran Bretagna, Scandinavia, Germania, Polonia e Russia.
«I risultati che abbiamo conseguito – ha sottolineato – sono ancor più significativi se consideriamo l’eccellenza dei prodotti che portano il nostro nome e vengono esportati in tutti i mercati nei quali operiamo. Eccellenza assicurata da oltre 3.500 controlli giornalieri compiuti in tutti gli stabilimenti della società e dalle certificazioni di qualità Brc (British Retail Consortium che è standard globale specifico per la sicurezza dei prodotti alimentari) e Ifs (International Food Standard), modello riconosciuto in Europa e nel resto del mondo volto a favorire l‘efficace selezione dei fornitori food e marchio Gdo sulla base di parametri di sicurezza, qualità e conformità alle norme. Nulla è lasciata al caso».
«L’italianità – ha concluso – e il radicamento territoriale vengono estremamente apprezzati nei mercati stranieri; una opportunità unica che continueremo a cogliere anche nella prossima fase di crescita del Gruppo, potenziando sempre di più l’internazionalizzazione dei nostri prodotti di punta».