Padana Tubi, sì dei lavoratori al nuovo contratto aziendale
di Mauro Pinotti
Guastalla, quasi unanime l’esito del referendum. Cessa la sofferta vertenza che proseguiva da mesi L’accordo prevede un premio di risultato di duemila euro l’anno e altri benefit. No alle telecamere
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GUASTALLA. Con il “referendum certificato”, i lavoratori dell’azienda metalmeccanica Padana Tubi di Guastalla hanno approvato praticamente all’unanimità (98%) l’ipotesi di accordo per il rinnovo del contratto aziendale 2017-20.
L’intesa – che riguarda 650 dipendenti – chiude una vertenza lunga e sofferta: le divergenze tra le parti hanno riguardato in particolare la parte salariale del rinnovo del contratto e le modalità di utilizzo della videosorveglianza.
«La parte economica – spiegano Rsu Padana Tubi e Fion Cgil – prevede un premio di risultato (Pdr) di 2mila euro per ogni anno di vigenza contrattuale; un premio collettivo annuo (Pca) di 400 euro per il 2017, 450 per il 2018, 500 per il 2019 e 2020. Dal 2021 l’importo annuo sarà di 700 euro; una indennità produttiva individuale del valore di 200 euro annui per ogni anno di vigenza contrattuale. Sul versante welfare è previsto il riconoscimento di 100 euro a tutti i lavoratori per l’anno 2017 in aggiunta a quelli già previsti dal contratto nazionale di lavoro. Sulla videosorveglianza, uno dei punti più controversi della vertenza – ribadiscono le Rsu dei lavoratori e Fion Cgil – vengono migliorate di fatto le modifiche apportate dal jobs act: le immagini/audio non potranno essere utilizzate ai fini disciplinari. Il sindacato su questo punto si è dimostrato molto fermo: l’articolo 4 dello Statuto dei lavoratori già prevedeva l’installazione soltanto previo accordo con le rappresentanze sindacali aziendali. Infine desideriamo Ringraziare i lavoratori che hanno creduto e sostenuto questa vertenza arrivando ad un buon risultato».
Si è dunque risolta la vertenza che l’estate scorsa aveva interessato tutti e tre i siti produttivi, in via Roncaglio Superiore, alla “Divisione Zincati e Strutturali” alla “Divisione Inox” di via De Gasperi e alla sede legale e divisione carbonio di via Portamurata, con tanto di presidio di lavoratori; allo sciopero aveva aderito il 95% delle maestranze.
Erano anni che alla "Padana Tubi" non si vedeva una mobilitazione così massiccia. La vertenza, in effetti, faceva a pugni con il fatturato dell’azienda che, nel 2016, si è attestato a 760,7 milioni di euro, con un incremento del 4,1% dovuto alla crescita dei volumi venduti, che ha più che compensato la diminuzione dei prezzi medi dei diversi prodotti.
Il 22% dei ricavi è stato realizzato in Italia e il restante 78% all’estero. Il valore della produzione è stato invece pari a 760,1 milioni di euro, con un incremento del 2,1%. I costi di produzione si sono attestati a 671,76 milioni di euro, con una diminuzione del 2,7% dovuta totalmente alle variazioni (riduzioni) delle rimanenze di materie prime, sussidiarie, di consumo e merci.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
L’intesa – che riguarda 650 dipendenti – chiude una vertenza lunga e sofferta: le divergenze tra le parti hanno riguardato in particolare la parte salariale del rinnovo del contratto e le modalità di utilizzo della videosorveglianza.
«La parte economica – spiegano Rsu Padana Tubi e Fion Cgil – prevede un premio di risultato (Pdr) di 2mila euro per ogni anno di vigenza contrattuale; un premio collettivo annuo (Pca) di 400 euro per il 2017, 450 per il 2018, 500 per il 2019 e 2020. Dal 2021 l’importo annuo sarà di 700 euro; una indennità produttiva individuale del valore di 200 euro annui per ogni anno di vigenza contrattuale. Sul versante welfare è previsto il riconoscimento di 100 euro a tutti i lavoratori per l’anno 2017 in aggiunta a quelli già previsti dal contratto nazionale di lavoro. Sulla videosorveglianza, uno dei punti più controversi della vertenza – ribadiscono le Rsu dei lavoratori e Fion Cgil – vengono migliorate di fatto le modifiche apportate dal jobs act: le immagini/audio non potranno essere utilizzate ai fini disciplinari. Il sindacato su questo punto si è dimostrato molto fermo: l’articolo 4 dello Statuto dei lavoratori già prevedeva l’installazione soltanto previo accordo con le rappresentanze sindacali aziendali. Infine desideriamo Ringraziare i lavoratori che hanno creduto e sostenuto questa vertenza arrivando ad un buon risultato».
Si è dunque risolta la vertenza che l’estate scorsa aveva interessato tutti e tre i siti produttivi, in via Roncaglio Superiore, alla “Divisione Zincati e Strutturali” alla “Divisione Inox” di via De Gasperi e alla sede legale e divisione carbonio di via Portamurata, con tanto di presidio di lavoratori; allo sciopero aveva aderito il 95% delle maestranze.
Erano anni che alla "Padana Tubi" non si vedeva una mobilitazione così massiccia. La vertenza, in effetti, faceva a pugni con il fatturato dell’azienda che, nel 2016, si è attestato a 760,7 milioni di euro, con un incremento del 4,1% dovuto alla crescita dei volumi venduti, che ha più che compensato la diminuzione dei prezzi medi dei diversi prodotti.
Il 22% dei ricavi è stato realizzato in Italia e il restante 78% all’estero. Il valore della produzione è stato invece pari a 760,1 milioni di euro, con un incremento del 2,1%. I costi di produzione si sono attestati a 671,76 milioni di euro, con una diminuzione del 2,7% dovuta totalmente alle variazioni (riduzioni) delle rimanenze di materie prime, sussidiarie, di consumo e merci.
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